Buongiorno a tutti! Anche questa domenica Gesù ci offre un insegnamento che dovremmo sempre tenere presente nella coscienza. Un insegnamento che da un lato ci dice quanto Gesù sia avanti rispetto a noi e quanta fatica si faccia per raggiungerlo, dall’altro ci dice un impegno che, se disatteso, rischia di vedere le nostre esistenze bloccate e incapaci di proiettarsi verso il compimento del progetto di Dio. Mettiamoci con fede in ascolto.
Lungo il cammino verso Gerusalemme alcuni farisei si recano da Gesù, dice l’evangelista, con l’intento di saggiare la sua ortodossia. Gli pongono una questione controversa sulla legittimità del ripudio: è bene o no, per un marito, ripudiare la propria moglie? Quali erano i motivi del ripudio? In verità, il libro del Deuteronomio, che contiene questa prescrizione, non li precisa, mentre autorizza in modo generico il marito a ripudiare la moglie se avesse riconosciuto in lei QUALCOSA DI CUI VERGOGNARSI. Questo solitamente consisteva nell’incapacità di mettere al mondo dei figli, attribuita, secondo le conoscenze del tempo, esclusivamente alla donna e non all’uomo; oppure all’adulterio che non si poteva, o forse non si voleva, provare davanti ad un giudice. Insomma, un uomo, che in cuor suo riteneva d’essere disonorato da una moglie ritenuta STERILE o INFEDELE, secondo la legge di Mosé, poteva essere da lui cacciata, presentandole un atto di ripudio. Come risponde Gesù a questa provocazione? Il ripudio consentito per legge da Mosé, dice Gesù, si giustifica solo in forza di una motivazione: la durezza del cuore dell’uomo. Le leggi di una comunità hanno, per loro natura, il compito di porre le persone di fronte ad un limite. Ci dicono, in definitiva, che possiamo fare solo quello che ci è consentito. Nel caso specifico del ripudio, per evitare che venisse legittimata la rottura del legame matrimoniale per qualsiasi motivo, la legge, in pratica, lo consentiva solo in casi particolari. Certo, non è il massimo, ma è meglio di niente, – sembra dire Gesù – , visto com’è incapace di comprendere meglio il legame matrimoniale il cuore dell’uomo. E sì, perché il progetto di Dio, sin dalle origini, dice Gesù, non era così. I due, l’uomo e la donna, sono stati destinati dal Creatore a diventare uno, a costituire una nuova realtà differente da quella delle famiglie di origine, in cui l’altro da amare con tutto se stessi dovrebbe consentirci di conoscerci meglio per realizzarci pienamente come esseri umani degni di questo nome. Purtroppo però questo non avviene, dice Gesù, a causa della durezza del cuore, cioè dell’incapacità del cuore dell’uomo di riconoscere l’altro e la sua dignità. Ciò si nota nelle parole: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Notate niente di strano? Se LE rileggete attentamente noterete in queste parole che Gesù allude anche ad un ripudio della moglie nei confronti del marito. Questo di per sé nella Legge di Mosé non c’era scritto, Gesù PERÒ lo dice provocatoriamente per far capire che la dignità della donna è esattamente identica a quella dell’uomo. Che non ci sono ragioni d’onore che giustichino il ripudio se l’amore di due persone è fondato sul rispetto profondo della dignità dell’altro. NON C’È AMORE SE NON C’È RISPETTO DELL’ALTRO!!! Questo insegnamento non è automatico, ma qualcosa che si impara. E la si impara se si conserva l’animo di quei bambini che Gesù mette al centro come modello del discepolo. A chi rimane con lo spirito dei piccoli appartiene il Regno dei cieli, perché non parte dalla presunzione di sapere tutto, ma dalla consapevolezza di dover sempre imparare. Così come non sappiamo tutto di Dio, non sappiamo tutto nemmeno dell’altro. La pazienza di crescere insieme e di conoscersi ogni giorno può renderci persone migliori e migliore il mondo in cui viviamo.
Aiutaci, Signore, a custodire lo spirito dei piccoli per scoprire, con meraviglia, ogni giorno, insieme alle persone che ci metti accanto, la bellezza del tuo progetto d’amore. Buona domenica di vero cuore a tutti.