Buongiorno a tutti. Nel Vangelo della quindicesima domenica del Tempo Ordinario, Gesù, dopo aver chiamato a sé i Dodici, li invia in missione, dando loro delle indicazioni che sono valide per la missione dei discepoli di tutti i luoghi e di tutti tempi. Ascoltiamole, con il cuore e la mente aperti, sapendo che sono rivolte personalmente anche a noi.
I discepoli di Gesù, se non sono missionari, non sono veri discepoli. Per indicare questo, papa Francesco, nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, ha inventato un nuovo termine: “discepoli-missionari”. Non discepoli e missionari ma “discepoli-missionari” tutto attaccato, o meglio, con un trattino in mezzo, come una sola parola, che indica l’inseparabilità dell’essere discepoli e dell’esseri missionari. La comprensione di questo termine dipende da ciò che si intende con l’ESSERE MISSIONARI, dal momento che si è solitamente portati a ridurre la missionarietà a qualcosa da fare o da dire a vantaggio di un destinatario particolare. San Giovanni Paolo II, nell’enciclica Redemptoris missio diceva che «si è missionari prima di tutto per ciò che si è […] prima [ancora che] per ciò che si dice o si fa». Siamo cioè DISCEPOLI-MISSIONARI se siamo vangeli viventi prima ancora che persone capaci nel fare o dire qualcosa in modo efficace. Nel Vangelo che stiamo meditando, dove è possibile comprende questo? Innanzitutto, nella scelta di Gesù di mandare in missione i discepoli A DUE A DUE. DUE è il numero minimo di una comunità. La missione è, quindi, qualcosa che riguarda un’insieme di persone e non il singolo. Il DISCEPOLO-MISSIONARIO non è un battitore libero o uno scalatore solitario, ma uno che comprende che il Vangelo va testimoniato insieme con altri. E questo per quale motivo? Per il semplice fatto che la carità, sintesi di tutto il Vangelo, non può essere mostrata da una persona sola. La carità che colpisce, infatti, è quella che si incontra nelle persone capaci di amarsi vicendevolmente di amore gratuito, di amarsi tra loro con lo stesso amore di Cristo.
In secondo luogo, un altro elemento che aiuta a capire la logica evangelica della missionarietà lo riconosciamo nell’indicazione di Gesù: PRENDETE PER IL VIAGGIO NIENT’ALTRO CHE UN BASTONE. Qual è il suo significato? Credo che con questa raccomandazione venga chiesto ai DISCEPOLI-MISSIONARI di progredire nel cammino appoggiandosi solo a Dio, per mezzo del suo Spirito e della sua Parola. Gli strumenti, i mezzi materiali, i programmi, talvolta rischiano di diventare dei feticci, a cui ci si rivolge per avere la garanzia della buona riuscita della missione. L’esperienza dei primi discepoli è invece quella di uomini e donne consapevoli d’essere vasi di creta, a volte screpolati, fragili, deboli, che devono far risaltare ancora di più la potenza di Dio attraverso la propria fragilità e debolezza. Certo, la missione non si improvvisa, c’è bisogno di prepararsi per offrire il meglio di sé. Ma senza avere la presunzione che tutto dipenda dal nostro dire o dal nostro fare. Diceva un grande santo, sant’Ignazio di Loyola: “Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio”.
Un terzo elemento lo riconosciamo nelle parole: Dovunque entriate in un casa rimanetevi finché non sarete partiti di lì. In questo consiglio pratico c’è una verità che non sempre nella missione è tenuta in debito conto. Rimanere nella casa in cui si è stati accolti richiama la necessità di costruire relazioni significative e possibilmente stabili, non superficiali, con le persone a cui desideriamo che il Signore, con il suo Vangelo, tocchi il cuore. Le relazioni sono il canale attraverso il quale la comunicazione è resa possibile. Pensiamoci un po’: si può avere il messaggio più importante del mondo da proporre ai propri simili, ma se non si vive con loro, se non si condivide con loro un’esperienza, un cammino, questo messaggio purtroppo non potrà radicarsi né portare frutto.
Perciò, Signore, aiutaci ad essere veri discepoli-missionari, che non si limitano a costruire bei progetti e bei discorsi, ma a dare ogni giorno una testimonianza credibile del tuo Vangelo. Buona domenica di vero cuore a tutti!