VI di Pasqua – 5 maggio 2024

Buongiorno a tutti. Nella sesta domenica del tempo pasquale la liturgia ci propone il continuo del Vangelo di domenica scorsa, il cui messaggio, se ricordate, era tutto concentrato nel verbo RIMANERE. Anche oggi questo verbo ricompare associato ai termini “gioia”, “amicizia”, “amore”. Il vocabolario di Gesù è di fatto una proposta capace di rivoluzionare nello stesso tempo, quanto più lo si accoglie, la vita dei discepoli e del mondo in cui i discepoli vivono. Ascoltiamo con fede la Parola.

Uno dei frutti del “RIMANERE” uniti a Cristo come i tralci, dicevamo domenica scorsa, sono uniti alla vite è la GIOIA. La gioia che propone il Vangelo però va capita bene, in quanto non coincide esattamente con l’idea che il mondo solitamente propone. Nel sentire comune, la vita gioiosa, assomiglia ad una giornata di sole senza nuvole, ad una vita senza preoccupazioni, senza problemi. Per altri è addirittura il sinonimo di divertimento. Nel Vangelo, il significato della gioia è specificato, invece, con l’immagine della partoriente. Dice Gesù, qualche versetto prima, che le mamme sanno che la gioia di mettere al mondo un bambino è sempre unita al dolore delle doglie del parto. Un’immagine della gioia, quella suggerita da Gesù, che dovrebbe aiutarci a capire che essa non è propriamente l’equivalente di divertimento o spensieratezza, quanto piuttosto la capacità di accogliere la vita in tutti i momenti, quelli lieti e quelli più faticosi, quelli felici e quelli dolorosi. C’è gioia, in pratica, quando si è presenti alla vita, quando cioè la si sa apprezzare in tutto ciò che ci presenta.

Nel Vangelo, inoltre, abbiamo sentito il Maestro chiamare ripetutamente i suoi discepoli AMICI. Questo termine specifica ancora meglio il senso del “RIMANERE UNITI A CRISTO”. Chi si lascia attraversare e nutrire dalla linfa vitale Vangelo, chi si impegna ad incarnarlo nella propria esistenza, non può non accorgersi che ad un cento punto il proprio sguardo sviluppa la capacità di riconoscere in ogni uomo un fratello. Lo diciamo spesso: siamo una sola famiglia di fratelli, di amici. Anche quelli che siamo stati abituati a non considerare tali, facendo nostra la visione del vangelo, lo diventano di fatto. Insomma, quanto più rimaniamo uniti a Cristo come i tralci alla vite, tanto più diventiamo speranza del mondo che sogna la realizzazione della fraternità universale. Se mi dovessi fermare a questo punto, potremmo confondere il Vangelo come quei messaggi che negli anni Sessanta e Settanta venivano diffusi dai “figli dei fiori”. Parlare di unità, pace, amore, amicizia, senza dare profondità a queste parole si rischia di non capire bene il messaggio di Gesù. Essere suoi amici, vivere per l’unità, impegnarsi a costruire ponti, comunione, pace, carità, significa sbattere molto spesso contro DUE MURI. Il primo è esterno a noi. È il MURO di un mondo che vuole convincerci che l’altro, diverso da noi, è uno da cui difendersi, da tenere alla larga! Il muro della diffidenza, del pregiudizio, dell’incapacità ad accogliere il fratello e la sorella con i propri limiti è terribilmente duro. Sbattere contro questo muro fa un male boia. Chi l’ha provato lo sa. Il secondo MURO, purtroppo, è dentro di noi. È il muro delle resistenze che opponiamo all’accoglienza piena della parola di Gesù. Quel muro che ci porta a ripetere, di fronte a insegnamenti evangelici che avvertiamo incomprensibili o irragiungibili, le parole dei primi discepoli: «Il tuo linguaggio è duro, Gesù, chi lo può comprendere?». È chiaro che questi muri rimangono in piedi se non entriamo in una vera relazione con Cristo e se non viviamo un ascolto obbediente della sua Parola. Per questo, per ben due volte, nei pochi versetti che stiamo meditando, ben conoscendo la nostra difficoltà a testimoniare concretamente l’amore gratuito verso tutti, compresi i nemici, Gesù dice: con lo stesso amore con cui ho amato voi, amatevi tra di voi!

Signore Gesù, aiutaci ad essere testimoni credibili del tuo amore, della tua pace, della tua amicizia. Sostienici con il tuo Spirito, illuminaci con la tua Parola, perché da soli non possiamo di certo farcela. Buona domenica di vero cuore a tutti!

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