V Tempo Ordinario – 9 febbraio 2025

Buongiorno a tutti. Ogni volta che ci poniamo di fronte a uno dei racconti della chiamata dei primi discepoli ci viene offerta l’occasione di riflettere sul mistero della chiamata, che sta all’inizio di ogni esperienza di discepolato vissuta con sempre maggiore consapevolezza. Luca, oggi, in questa quinta domenica del Tempo Ordinario, ci invita quindi a fermarci, ad ascoltare, a riflettere, avendo nel cuore una preghiera: aiutaci, Signore, a fare memoria del momento in cui, irrompendo nella nostra vita, hai messo nel nostro cuore il desiderio di seguirti. Ascoltiamo con fede la Parola.

Proviamo a specchiarci nel racconto della chiamata dei primi discepoli secondo Luca, mettendo in evidenza alcuni tratti che possono aiutarci a riconoscere il senso profondo della nostra esperienza discepolare.

Il primo tratto è l’importanza dell’ascolto della Parola. Dall’ascolto della Parola di Dio, dice san Paolo nella Lettera ai Romani, germoglia la fede ma anche, potremmo aggiungere, ogni vocazione e missione. Questo emerge nel racconto di Luca da due particolari. Innanzitutto, Simone sapeva chi fosse Gesù perché, qualche versetto prima, aveva guarito la suocera mentre lo stava ospitando a casa sua. Inoltre, il giorno in cui lo chiama a seguirlo, il Rabbi di Nazareth gli aveva chiesto in prestito la sua barca, affinché la folla che attendeva sulla banchina del porto di Cafarnao potesse essere meglio raggiunta dalla sua Parola. In pratica, quando Gesù chiede a Simone di seguirlo, Simone lo ha già conosciuto nella veste di guaritore e di predicatore. Per seguire Gesù, questo è il messaggio di Luca, è necessario ospitarlo nella propria casa, stabilire con Lui una relazione personale, familiare, ma anche, e soprattutto, mettersi in ascolto obbediente della sua Parola.

Il secondo tratto è la disponibilità a vedere la vita secondo una prospettiva differente. Dove si vede questo nel nostro racconto? Gesù, dopo aver insegnato, chiede a Simone di prendere il largo e di gettare le reti. Gli sta chiedendo, in pratica, di rimettersi in cammino. Può anche darsi che l’abbia visto un po’ contrariato per il fatto che la pesca della notte precedente non fosse stata molto fruttuosa. Gesù invita a insistere, a non perdersi d’animo, a fidarsi della sua Parola. In un’altra pesca analoga a questa, raccontata da Giovanni alla fine del suo Vangelo, il Risorto invita i suoi amici a gettare la rete dalla parte destra. Sembra una richiesta priva di senso, perché non si capisce che differenza possa esserci tra la parte destra e la parte sinistra di un peschereccio. Tuttavia, nell’invito di Gesù c’è un insegnamento importante: nel riprendere il cammino, i discepoli devono anche essere disponibili a cambiare prospettiva, a non fossilizzarsi nel ripetere le azioni sempre nello stesso identico modo, a maggior ragione se queste azioni, nell’esperienza passata, non hanno prodotto frutti né nella vita personale né in quella comunitaria.

Un terzo tratto importante è la rivelazione del senso profondo della missione a cui i discepoli sono destinati. Nel momento in cui Gesù chiama a seguirlo, l’abbiamo detto tante altre volte, dice anche qual è il motivo della chiamata: «diventare pescatori di uomini». Una missione speciale, questa, che può essere chiarita in duplice modo. I discepoli sono destinati a una vita totalmente rinnovata. Pescatori che sono abituati, nella loro professione, a pescare ogni santo giorno pesci, stando con Gesù e vivendo la sua Parola, possono vedere un rinnovamento radicale della propria esistenza e della propria attività quotidiana. Ma non c’è solo questo. I pescatori sanno che, stando troppo a lungo sott’acqua, si rischia di morire; per questo devono trarre dall’acqua tutte le persone che, con l’acqua alla gola, rischiano di finire annegate. Gesù, chiamando i discepoli a diventare «pescatori di uomini», non sta facendo altro che associarli alla propria missione di salvatore. Tutti i discepoli di Cristo sono chiamati a portare con Lui la salvezza al mondo.

Signore, aiutaci a vivere da discepoli che scoprono sempre di nuovo il senso profondo del proprio discepolato, ma soprattutto aiutaci a viverlo responsabilmente. Buona domenica di vero cuore a tutti!