NATALE “… dall’infinito al niente. Per amore”

È Natale. E sono in adorazione davanti al Santo Bambino. Penso. E medito e contemplo. Questa volta mi rapisce il “balzo” del Verbo di Dio, dall’infinito al… niente che noi siamo. Dio che, per amore, si fa uomo.
Vero uomo. Bambino.

E mi torna alla mente Isaia 40,12-17:
“Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare e ha calcolato l’estensione dei cieli con il palmo?
Chi ha misurato con il moggio la polvere della terra, ha pesato con la stadera le montagne e i colli con la bilancia?
Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti?
A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza?
Ecco, le nazioni son come una goccia da un secchio, contano come il pulviscolo sulla bilancia; ecco, le isole pesano quanto un granello di polvere.
Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a lui, come niente e vanità sono da lui ritenute”. Dio È. Ed È il Bene Infinito. Ed È l’Amore Infinito.

Queste tremende parole, sono però per noi, poveri uomini, concetti veri, ma analogici; e perciò concetti negativi. Neghiamo subito, dopo avere affermato un concetto positivo (ma preso dal nostro mondo “creato”), lo stesso concetto, come lo troviamo tra noi. Noi infatti siamo creature. E tutto ciò che noi vediamo e sappiamo, è tolto dal creato; ed ha solo una lontana somiglianza con Dio. Che non è creato. Ma È. Ed È l’Infinito.

“INFINITO” vuol dire: “senza fine”. Mentre noi vediamo solo cose finite. Limitate.

Solo in Paradiso, quando vedremo Dio faccia a faccia, potremo comprendere chi Egli veramente È. Ed essendo l’Infinito, lo contempleremo per tutta l’eternità, navigando di novità in novità; in una gioia senza fine; immersi nella stessa gioia di Dio. Non più nel tempo; ma nell’eternità.

E anche questo concetto: “ETERNITÀ”, è estraneo al nostro mondo. E, solo negativamente, ne intuiamo il significato. Noi infatti “esistiamo” nel tempo. E la nostra vita è un correre veloce sulla punta di un “adesso”; che, appena vissuto, è già “passato”. Sempre in attesa di un “poi” di cui nulla sappiamo.

Invochiamo lo Spirito Santo; lo Spirito di Luce e di Amore; perché ci illumini; e ci faccia comprendere almeno qualche cosa dell’abisso del balzo che ha fatto Dio, per nostro amore, scendendo tra noi, e facendosi uomo. “Exinanivit”, dice la Scrittura: “SI ANNIENTÒ” (Fil 2,7). Ecco, mi raccolgo in contemplazione del Santo Bambinello, “Dio tra noi” = l’“Emmanuele”. “…a vedere a che annichilimento può condurre l’amore; a piangere le lacrime che si piangono certo in Cielo per la gioia inesausta di vedere Dio”.

“Discendere”. Ecco la via dell’Amore. L’ “Infinito” … che si fa Uomo. L’uomo diventato parente di Dio. Dio che si fa uno di noi. …I miracoli inauditi dell’Amore! E voglio pregare Maria perché illumini il mio stolto orgoglio, di me che sono il nulla, a piegarsi; discendere; servire amorosamente i Fratelli.

E voglio pregare la nostra celeste Mamma, il nostro caro S. Giuseppe, che mi mettano sul cuore il Santo Bambino, perché mi riempia del suo Amore. Discendere… discendere… discendere… Imparare questa grande arte di Dio.

Ancora, a te, e a tutti i tuoi Cari: Buon Natale!
E Buon Anno! Gesù Bambino ci doni un anno pieno della Sua grazia e della Sua pace.

Don Paolo
(Dicembre 1982)

PER RIFLETTERE UN PO’

  • C’è un invito a guardare il Santo Bambino per adorare, stupirsi, lodare, accogliere l’Amore. Come posso vivere momenti di adorazione davanti al presepe o al tabernacolo durante il tempo natalizio?
  • (SPOSI) Dio si fa Bambino, piccolo, si abbassa … per amore e per amarci. Come vivo l’umiltà nell’amore verso il mio sposo/a?