Buongiorno a tutti! Nella domenica XXIII del tempo ordinario e nella prossima leggeremo due brani del discorso di Gesù sulla comunità cristiana. Oggi, in modo particolare, ascolteremo uno degli aspetti più difficili da gestire nella vita comunitaria: la correzione fraterna. Non anticipo altro. Ascoltiamo il Vangelo chiedendo sin da ora al Signore che ci aiuti ad incarnarlo nella nostra storia personale ed ecclesiale.
Gesù conosce bene gli uomini e quando parla della comunità cristiana non la ritrae come il luogo in cui ci si intende perfettamente, ci si sorride sempre, e si collabora senza mormorii o critiche ma come una realtà in cui possono accadere litigi, incomprensioni, malintesi. Questi, quando si presentano, non sono tuttavia da accogliere in modo passivo, ma da superare attraverso un percorso fatto di varie tappe. Vediamole con ordine. La PRIMA è contenuta nelle parole: «Va’ e ammoniscilo fra te e lui solo». Gesù ci chiede di preferire il dialogo diretto e aperto al mormorare, al lamentarsi alle spalle, all’andare a piangere da altri, magari alimentando il pettegolezzo. Nel chiedere che tra i discepoli le cose si chiariscano a tu per tu, Gesù sta, in fondo, chiedendo due cose: di essere coraggiosi e di scegliere bene la modalità dell’incontro, nel senso che è necessario scegliere bene il luogo adatto, il momento opportuno e le parole giuste. È come se Gesù ci dicesse: «Tu e il tuo fratello, da soli, senza intermediari, come due che si vogliono bene e si stimano, dopo aver ritrovato la tranquillità e la calma, facendo buon uso delle parole, provate a vedere se riuscite ad accordarvi». La SECONDA tappa sta nell’indicazione: «Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello». È bellissimo se ci pensate. L’obiettivo che si deve avere in mente quando si cerca la correzione fraterna è proprio questo: guadagnare il fratello. Nel litigio non bisogna dare spazio alla logica di chi vince e chi perde. Se si ragiona in questi termini, è difficile venire fuori dal conflitto. Quando accade un dissapore, il fine da considerare deve essere quello di guadagnare l’altro, cioè di riprendere il rapporto con qualcuno che, anche in mezzo al conflitto, non si è mai smesso di considerare per ciò che veramente è: non un nemico, né un avversario, ma un fratello, una persona da rispettare nella sua dignità profonda. La TERZA tappa riguarda il ruolo dei mediatori: «Se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni». Esistono sempre, in ogni situazione, le persone-ponte ossia quelle persone che sanno parlare, che sono prudenti, che usano con saggezza le parole. Tuttavia, può accadere che anche i mediatori non aiutino a raggiungere il fine desiderato per cui si affaccia la necessità del QUARTO passaggio: «Dillo all’assemblea». Spetta alla comunità intervenire facendosi carico del conflitto, portandolo anzitutto nella preghiera, mettendo cioè alla presenza di Dio le incomprensioni, le inimicizie, le difficoltà, ma anche tacendo, ossia assumendosi l’incarico di non esasperare con le parole la divisione, ma di accompagnarla con la discreta vicinanza, con la custodia del bene. Tacere e pregare, due cose necessarie, ma difficili da ricordare quando si vivono conflitti in famiglia, in comunità. La conclusione del percorso proposto da Gesù sembra un po’ estrema: «Se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano». Attenzione. Questa espressione non invita a scacciare l’altro e a non rivolgergli più la parola, ma a fare l’esatto contrario. Pensateci un attimo: come si è comportato Gesù con i pagani e i pubblicani? Li ha avvicinati lui per primo, li ha cercati, ha mangiato con loro. Con questa espressione Gesù ci invita a non escludere, ma a porre in essere ulteriori e rinnovati tentativi con l’intenzione di recuperare il fratello. Pagano e pubblicano, nella logica di Gesù, rappresentano persone da intercettare, persone a cui annunciare nuovamente le parole del Vangelo. Nei conflitti non si deve arrivare alla rottura definitiva. Bisogna sempre, con pazienza, ripartire da capo.
Signore, fai che questo percorso che proponi per superare i conflitti in famiglia e nella comunità cristiana possa diventare sempre più nostro, per dare un segnale al mondo che la pace non è solo un sogno, ma può diventare realtà, la nostra. Buona domenica di vero cuore a tutti.