Meditazione XX del Tempo Ordinario – 20 agosto 2023

Buongiorno a tutti! Il Vangelo della ventesima domenica del Tempo Ordinario ci presenta un Gesù ruvido, per niente gentile, che usa parole che ci avrebbero a dir poco irritato e offeso se le avesse rivolte a noi personalmente. Provate a pensare questo: se qualcuno a cui chiedete di essere ascoltati vi evitasse platealmente paragonandovi per giunta a dei cani, ci rimarreste bene o male? Avete certamente capito che il racconto a cui mi riferisco e quello dell’incontro di Gesù con la cananea. Chiediamo al Signore che ci doni la sua luce per comprenderne il senso. Ascoltiamo.

Mentre Gesù si trova al di là del Giordano, nella zona di Tiro e di Sidone, una donna del posto lo raggiunge per chiedergli di liberare la propria figlia dalla presenza del demonio. Non è la prima volta che Gesù si ritrova di fronte una madre o un padre preoccupati per la sorte del proprio figlio o della propria figlia. Ma è senza ombra di dubbio la prima volta che Gesù appare irritato e tutt’altro che ben disposto a concedere quello che gli viene chiesto. I discepoli assistono alla scena quasi increduli. Sono loro ad intercedere perché Gesù si fermi a considerare la richiesta della cananea: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Gesù risponde d’essere «stato mandato per le pecore perdute della casa di Israele». Una risposta che sembrerebbe in netta contraddizione con la sua missione di “salvatore del mondo”, per cui non possiamo NON domandarci che cosa avrà veramente voluto dire Gesù con queste parole. Possiamo certamente escludere che siano parole che esprimano, in un certo senso, una mentalità nazionalista SOVRANISTA, sullo stampo di quelle che ci stiamo abituando a sentire dai politici del nostro tempo: “Prima gli americani!”, “Prima gli italiani!”. Non credo che Gesù possa essere preso come modello da coloro che amano COSTRUIRE MURI. C’è, credo, nelle sue parole la necessità di richiamare, invece, la metodologia della missione, secondo la quale si può giungere ai lontani solo risvegliando PRIMA la fede dei vicini. È nel momento in cui il popolo riacquisterà la consapevolezza d’essere “popolo di Dio” che l’annuncio del regno e il dono della salvezza potranno essere veramente accolti.

Ma la donna non si perde d’animo. Invoca ancora con forza: «Signore, aiutami!». La risposta di Gesù si fa ancora più incomprensibile, al limite quasi dell’offesa: «Non è bene dare il pane dei figli ai cagnolini». Considerare una povera madre disperata sullo stesso piano di un cagnolino non è proprio il massimo della comprensione e dell’accoglienza. La donna però non si sente offesa. Anzi accetta la similitudine. Accetta cioè la propria condizione di povera che non perde la fiducia e la speranza di essere raggiunta dalla misericordia di Dio. Se da un lato Gesù vuole indicare la via della missione che giunge ai lontani risvegliando e curando la fede dei vicini, dall’altro lato, ci dice, proprio alla fine dell’incontro con la cananea, che non dobbiamo perdere di vista che il vangelo che dobbiamo portare a tutti non è TEORIA, ma PRATICA di misericordia, perché sono i poveri che ci vengono incontro a consegnarcelo, farcelo comprendere e penetrare nel suo significato più profondo.

Signore apri allora la nostra mente e il nostro cuore. Aiutaci ad essere tutti i giorni impegnati a crescere nella fede per essere testimoni autentici non di un cristianesimo teorico ma del tuo amore misericordioso, quello che solo i poveri che ogni giorno ci fai incontrare a casa, nel vicinato, nella parrocchia, nella comunità, nella società, hanno la capacità di aiutarci a comprendere fino in fondo. Buona domenica di vero cuore a tutti!