Buongiorno a tutti! Nella diciannovesima domenica del Tempo Ordinario meditiamo insieme il racconto di Gesù che cammina sull’acqua. Tante cose ci sarebbero da dire, ma, come sempre, ci fermiamo a sottolineare solo alcuni passaggi che possono esserci d’aiuto nella vita di tutti i giorni. Mettiamoci in ascolto obbediente della Parola.
Gesù, dopo che la folla ebbe mangiato i pani e i pesci da lui moltiplicati, COSTRINGE i suoi amici a salire sulla barca e precederlo sull’altra riva. Il verbo COSTRINGERE, ritenuto un po’ esagerato e non in linea con il rispetto di Gesù per la libertà dell’uomo, nelle vecchie traduzioni veniva alleggerito con il verbo ORDINARE. Ma è COSTRINGERE e non ORDINARE il termine che traduce più correttamente il testo originale greco. Dovremmo domandarci perché Gesù dovette agire con forza per far salire sulla barca i discepoli e orientarli nella direzione da lui indicata. Per capire si dovrebbe tenere presente il cuore dei discepoli dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Essi, infatti, in un primo momento non vedevano l’ora che Gesù congedasse la folla, cosicché potesse procurarsi del cibo, visto che ciò di cui disponevano non sarebbe stato in grado di sfamarla. Ma dopo aver visto Gesù moltiplicare il poco cibo che avevano con loro e la folla saziarsene, cambiano completamente atteggiamento. Non hanno più l’ansia di rimandare la gente a casa. Anzi, possiamo verosimilmente pensare che venissero circondati da complimenti per la grandezza del loro maestro: «Ma quanto siete fortunati ad avere un Maestro come Gesù!», «Ma quanto siete stati bravi a seguirlo. Avete fatto proprio bene!». A chi non piacciono i complimenti? A chi non piace essere circondato dalla considerazione positiva della gente? Ma il compito dei discepoli non è quello di mietere successi e di cullarsi sugli allori. Gesù deve per forza intervenire se vuole che i suoi amici proseguano il cammino. Li deve addirittura costringere a salire sulla barca perché, se fosse stato per loro, sarebbero rimasti senz’altro in compagnia della folla plaudente. Il cammino che VORREMMO fare da discepoli, per quel che ci riguarda, dovrebbe essere fatto SOLO di momenti di gloria, dove tutto funziona al meglio, senza problemi, dove la gente ci sorride sempre, dove tutto è così bello che vorremmo che il tempo si fermasse. Ma il cammino della vita è come la traversata sul lago. Nel bel mezzo del percorso ecco che sopraggiunge un vento che non consente di arrivare dove ci si era diretti. Un vento impetuoso che non consente di andare né avanti né indietro. Quante volte si sperimentano nella vita situazioni di stallo, di blocco. Nel Vangelo di oggi, ci viene detto che in quei momenti Gesù ci viene incontro in un modo inedito, spiazzante, al punto che i discepoli, sulla prima, fanno un po’ fatica a riconoscerlo. Lo scambiano addirittura per un fantasma. Gesù che cammina sull’acqua non se lo sarebbero mai immaginato. Devono perciò credere che Lui può aiutarli a venir fuori dai blocchi dei venti che non li fanno procedere, dal timore suscitato da un mare in burrasca, ma che solo se si ha fede si può attraversare. Pietro lo chiede: «Gesù posso anch’io fare come te, camminare sull’acqua?». Gesù risponde: «Certo, provaci anche tu, vieni!». Pietro inizia a camminare, ma la paura è tanta, per cui inizia ad affondare. «Uomo di poca fede – gli dice Gesù – perché hai dubitato?».
Il vangelo di oggi ci chiede di fidarci di Gesù e della sua Parola nel momento della prova per non rimanere bloccati dalla paura di non farcela ad uscire dalla situazione critica in cui ci possiamo trovare. Anche noi, se crediamo, possiamo camminare sull’acqua. L’importante è tenere lo sguardo fisso su Gesù e custodire nel cuore la sua Parola con il proposito serio di incarnala nell’esistenza.
Dal profondo ti chiediamo Signore: AIUTACI a tenere il nostro sguardo fisso su di te e il nostro cuore attento e obbediente nell’ascolto della tua Parola per camminare fiduciosi in mezzo alle tempeste della vita. Buona domenica di vero cuore a tutti!