Meditazione XI del Tempo Ordinario – 18 giugno 2023

Buongiorno a tutti. Con il Vangelo dell’undicesima domenica del Tempo Ordinario iniziamo a leggere, domenica dopo domenica, il secondo dei cinque discorsi di Gesù intorno ai quali l’evangelista Matteo ha costruito la sua narrazione evangelica. Mi riferisco al cosiddetto discorso “missionario” che raccoglie, come in una sorta di “vademecum”, una serie di indicazioni utilissime ai discepoli di tutti i tempi per impostare la propria missione secondo gli orientamenti dati da Gesù stesso. Apriamo il cuore e la mente per accoglierli.

Vedere lo smarrimento degli uomini e delle donne del suo tempo suscita in Gesù una profonda compassione che lo spinge a dare corpo alla missione che il Padre gli ha chiesto di compiere, quella di salvare il mondo, ovvero di dare a tutti gli uomini e a tutte le donne del suo tempo e delle generazioni future la possibilità di vivere in pienezza la propria vita. Egli è venuto perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (cfr Gv 10, 10). La missione di Gesù, ma anche quella dei suoi discepoli, ha perciò origine in uno sguardo di compassione capace di accorgersi delle ferite dell’umanità e della sua incapacità ad accogliere nella propria vita Dio e il prossimo.

Per realizzare il suo progetto di salvezza Gesù raduna intorno a sè una comunità fatta, inizialmente, di dodici persone, con esperienze di vita diversissime alle spalle. Ci sono tra di essi dei PESCATORI che, i racconti evangelici, ritraggono con tutti i loro difetti. Difetti, potremmo dire, molto comuni. Giacomo e Giovanni, per esempio, ci dicono gli altri evangelisti, avevano un soprannome: Boanerghes, che tradotto significa “figli del tuono”. Forse se l’erano guadagnato perché erano particolarmente focosi, irruenti, a volte, addirittura, intolleranti. Basta ricordare, nel capitolo nono di Luca, il passaggio in cui propongono al Maestro di incenerire con un fulmine senza pietà i samaritani che si erano rifiutati di accoglierlo nei villaggi in cui intendeva passare mentre si recava decisamente verso Gerusalemme. Non proprio l’atteggiamento che ci si attenderebbe dai discepoli di Gesù chiamati ad annunciare il regno e la misericordia. Osservando il gruppo dei dodici, dopo le due coppie di fratelli pescatori, colpisce anche la presenza di un PUBBLICANO, Matteo, della tribù di Levi. Un uomo, considerato da tutti, per il mestiere svolto, un pubblico peccatore, un impuro, un ladro. Doveva come minimo saper leggere e scrivere. Apparteneva quindi ad una classe sociale diversa, più ricca, rispetto a quella dei pescatori. Inoltre, nel gruppo dei Dodici c’è anche uno ZELOTA, Simone il Cananeo, cioè uno che apparteneva ad un gruppo di fanatici, gli zeloti per l’appunto, che progettavano di restituire ad Israele l’indipendenza dal dominio romano con l’uso della violenza. Potremmo continuare ancora. Ma risulta già da questi esempi che il gruppo dei Dodici è un’autentica sfida agli occhi di tutti. Le loro differenze nel carattere, nella posizione sociale, culturale, politica, nel modo di trattare le persone, non erano facilmente conciliabili. Tuttavia, vedere persone così lontane le une dalle altre, sotto tutti i punti di vista, riuscire ad amarsi, ad essere testimoni, con tutti i limiti, dell’amore evangelico, diventavano testimonianza vivente del fatto che non possono esserci differenze di sorta capaci di impedire la realizzazione degli ideali evangelici di pace, unità, amicizia, comunione.

I discepoli devono portare avanti la loro missione, dice Gesù, partendo dalla pecore disperse della casa di Israele e non dai pagani e dai samaritani. Una preziosa indicazione secondo la quale è possibile raggiungere i lontani partendo dai vicini se non ci si scorda che è possibile dare agli altri solo ciò che si è sperimentato in prima persona; non si può, in pratica, desiderare la pace del mondo se non la si vive in casa propria.

Per questo, Signore, sostieni il nostro impegno a favore dell’unità e della pace. Fai che le nostre differenze non costituiscano un’ostacolo al tuo progetto di radunare l’umanità in una sola famiglia. Buona domenica a tutti!