Meditazione VI Tempo Ordinario – 12 Febbraio 2023

Buongiorno a tutti! La liturgia della quinta domenica del Tempo ordinario ci propone un altro passaggio del discorso della Montagna in cui Gesù raccomanda ai suoi discepoli d’essere animati, nel loro discernimento, da una giustizia differente da quella degli scribi e dei farisei. Ma in cosa consiste tale differenza? Proviamo a comprenderla attraverso gli esempi stessi che Gesù propone. Apriamo il cuore e la mente per accogliere la Parola.

Perché Gesù considerava la giustizia degli scribi e dei farisei da superare? Dai vangeli, si comprende quale fosse la posizione del Nazareno nei confronti della giustizia degli scribi e dei farisei considerando l’affermazione «il sabato è per l’uomo e non viceversa!», più volte da lui stesso ripetuta a chi vedeva nella sua condotta e in quella dei suoi discepoli una scarsa osservanza dei precetti di Israele. I precetti, come il sabato, – questo mi pare il senso dell’affermazione di Gesù – rischiano di diventare iniqui, ingiusti, disumani se vengono osservati senza tenere conto di chi si ha di fronte e della situazione particolare in cui si trova. La Legge, per essere bene intesa, la si deve porre al servizio dell’umanità, della civile convivenza, della possibilità di aiutare le persone a vivere in modo umano la propria esistenza, rispettando se stessi e il prossimo. San Paolo, nella lettera ai Galati, dice che la Legge è come un pedagogo (cfr 3, 24), capace cioè di condurre l’uomo verso la pienezza che si realizza nella carità. Se ci pensiamo bene è proprio così. La Legge, anche quella che viene amministrata nei nostri tribunali, dovrebbe aiutare le persone a fare i conti con un limite, che è bene avere presente e rispettare se si vuole evitare di offendere, distruggere, nuocere l’altro e ciò che gli appartiene. Un mondo senza regole, dove ognuno si sente autorizzato a fare quello che vuole, senza limiti, lo sappiamo bene, è un mondo dove regnano la maleducazione, l’arroganza, l’insensibilità, l’ignoranza, l’indifferenza. Le regole, le leggi, hanno quindi una funzione pedagogica innegabile! Tuttavia, è giusto aggiungere che le regole non devono mai essere considerate più importanti delle persone. Se, infatti, la loro applicazione non tiene conto, concretamente, di esse e dei loro contesti di vita, si rischia ugualmente che diventino disumane e ingiuste. Giusto per intenderci: il sabato per gli ebrei era sacrosanto, non si doveva compiere nessuna attività lavorativa. Se un’ammalato, per esempio, chiedeva soccorso, doveva aspettare che finisse il sabato per essere esaudito nella sua richiesta. Per questa ragione, le guarigioni di Gesù operate in giorno di sabato, dal punto di vista di Gesù erano atti di profonda umanità, dal punto di vista del fariseo, una grave trasgressione della Legge da sanzionare severamente. Una legge che non guarda in faccia le persone, che non sa considerare le particolari situazioni di necessità in cui possono venire a trovarsi, è, alla fine dei conti, iniqua, ingiusta, disumana. La legge, la giustizia, che non è servizio della pace, della comunione, della crescita sociale, personale, non è la legge e la giustizia che Gesù ci sta chiedendo di seguire. Per aiutarci a comprendere, Gesù prende, a titolo d’esempio, tre comandamenti: il quinto – non ucciderai -, il sesto – non commetterai adulterio -, l’ottavo – non dire falsa testimonianza –. Sarebbe bello poterli analizzare uno per uno, ma, per non dilungarci troppo, dato che il succo del discorso è uguale per tutti e tre, ne prendiamo in considerazione solo uno, il quinto comandamento: non uccidere. Se lo intendiamo in senso letterale, potremmo immediatamente pensare che interessi solo una categoria di persone: gli assassini, a cui non ci sentiamo di essere associati, per il semplice motivo che non abbiamo ucciso nessuno. Gesù dice: stai attento, a come applichi questa Legge. Essa, più che invitarti a puntare il dito sulle persone che commettono omicidi, è un appello alla sacralità della vita. La vita, dice il quinto comandamento, va sempre rispettata, onorata, protetta, coltivata. Ogni volta che la si offende, anche con le parole, oppure la si nega, con l’indifferenza, si sta commettendo un omicidio, si sta togliendo la vita al prossimo.

Signore, aiutaci a comprendere il tuo senso di giustizia, perché desideriamo veramente imparare ad amarci. Buona domenica di vero cuore a tutti!