Buongiorno a tutti! La quinta tappa del cammino quaresimale del ciclo A ci conduce oggi di fronte ad una tomba, dalla quale fuorisce la puzza del corpo putrefatto di Lazzaro. Gesù, che oggi si presenta a noi dicendo di se stesso: “Io sono la risurrezione e la vita”, lo riporta in vita per aiutarci a vivere con fede l’esperienza della morte con cui facciamo fatica a fare i conti. Apriamo il cuore e la mente per accogliere la Parola.
Nel racconto della risurrezione di Lazzaro, colpisce il fatto che Gesù non si precipiti immediatamente a Betania per guarirlo ma si muova da lì, passati due giorni, solo quando avverte in cuor suor che Lazzaro è morto. Si muove, potremmo dire, quando apparentemente non ci sarebbe più nulla da sperare. Ma Gesù sa cosa sta facendo. Egli desidera aiutare i suoi amici a credere nella risurrezione dei morti perché sa che quando egli verrà accusato ingiustamente e condannato a morte avranno tutti paura per la sua fine e, di conseguenza, per la loro. La risurrezione di Lazzaro sarà per loro un segno importante nel percorso di fede che stanno compiendo con il Maestro, ma prima di assistervi sarà necessario che prendano atto di due cose.
La prima è che il dolore e la malattia non sono da associare alla morte ma alla vita. I discepoli di tutti i tempi, sebbene facciano fatica, come tutti gli esseri umani, a comprendere questo, solo accogliendo il dolore e la malattia in quest’ottica saranno capaci di vivere una vita in pienezza. Non è un caso che gli sposi nel giorno delle nozze promettendosi amore per tutta la vita dicano l’uno all’altra «Ti amerò sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, tutti i giorni della vita». Amare solo quando c’è gioia è salute significa amare solo per una parte della vita. L’amore che abbraccia tutta la vita è l’amore che viene confermato e vissuto anche in quei momenti in cui tutto appare più difficile e faticoso. Diversamente sarebbe come desiderare di amare solo il giorno di Pasqua saltando a piedi uniti l’amore da sperimentare con pazienza ai piedi della Croce nel Venerdì santo. La seconda cosa di cui il discepolo deve acquisire consapevolezza riguarda il vertice di tutto il racconto, ovvero il momento in cui Gesù dice di se stesso: «Io sono la risurrezione e la vita; […] chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno». “Credere in Gesù” vuol dire essere disposti ad accogliere con cuore aperto la sua persona e la sua parola. Credere in qualcuno o in qualcosa è un concetto che si intuisce senza fare molta fatica, ma Gesù non dice solo “chi crede in me”, dice anche “chi vive in me”. “Vivere in Gesù” non è di comprensione immediata alla stessa maniera. È facile capire cosa voglia dire “vivere con Gesù” o “vivere per Gesù”, ma capire come si possa realizzare la vita in qualcuno è tutto da scoprire. Forse con la preposizione “in”, Gesù intende indicare una relazione stabile, radicata, fondata nella sua persona e nella sua Parola. Alla luce di questo, l’espressione intera: «chi vive e crede in me non morirà in eterno» credo intenda dire «chi costruirà giorno per giorno una relazione intima d’amore nella continua accoglienza della mia persona e della mia parola, avrà messo le premesse per una vita che non si conclude con la morte, ma si apre alla possibilità della vita eterna».
Gesù risuscita Lazzaro per dare un segno a tutti che in Lui è la vita, anzi, che Lui è la Vita. Ma tale segno non si compie solo per intervento divino. La fede nella risurrezione dei morti ha bisogno dell’umana collaborazione. Ci vuole, in pratica, chi tolga la pietra che chiude il sepolcro e chi tolga le bende dal corpo di Lazzaro. Spetta a ciascuno di noi, in sostanza, rimuovere gli ostacoli che ci tengono chiusi e bloccati dalla paura della morte, dalla tristezza che le cose finiscano, dall’angoscia per la fine della cose a cui teniamo di più. Solo se muore il chicco caduto in terra produce il frutto di una vita nuova.
Signore, fai che non ci sentiamo bloccati dalla paura della morte e delle cose che finiscono, per testimoniare, con fede e speranza, la possibilità di un nuovo inizio. Buona quinta domenica di Quaresima a tutti!