Buongiorno a tutti! Cinquanta giorni sono trascorsi dalla Pasqua, sette settimane, ma se ascoltiamo con attenzione il Vangelo, che ci ripropone esattamente il racconto udito sette domeniche fa, ci accorgiamo che uno dei doni che il Risorto fa ai suoi amici il giorno di Pasqua è proprio lo Spirito Santo. Non sapremo mai con esattezza se lo Spirito sia stato effuso il giorno di Pasqua come dice Giovanni o cinquanta giorni dopo come ci racconta Luca. Una cosa è certa: lo Spirito ci è stato donato e questo dono oggi vogliamo contemplare, celebrare, accogliere. Ascoltiamo con fede il Vangelo.
Quando è stato effuso lo Spirito Santo? Nel giorno di Pasqua, come abbiamo appena ascoltato, o nel giorno di Pentecoste, ovvero cinquanta giorni dopo, come attesta l’evangelista Luca negli Atti degli Apostoli? È molto difficile, per non dire impossibile, risolvere questo problema. Una cosa mi pare chiara: Giovanni vuole attirare la nostra attenzione sul legame stretto che c’è tra il dono dello Spirito e il mistero pasquale. Nei lunghi discorsi di commiato fatti da Gesù nel corso dell’Ultima Cena, viene da lui detto in modo esplicito che la sua Morte, Risurrezione, e Ascensione al Cielo non sono altro che il compimento delle Scritture e il passaggio necessario per l’effusione dello Spirito Santo da parte del Padre e sua. Il mistero Pasquale, potremmo dire, si compie con l’effusione dello Spirito. Tale “compimento” non è tuttavia da intendersi in termini di “conclusione” ma come un mistero che giunto alla sua pienezza si realizza in forza del dono dello Spirito nel presente della storia. Questo è, di fatto, il significato delle parole che la liturgia eucaristica fa ripetere all’assemblea ogni volta che il sacerdote consacra il pane e il vino: «annunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua Risurrezione, nell’attesa della tua venuta». Senza lo Spirito questo non sarebbe possibile. Senza lo Spirito non avremmo la possibilità di sperimentare gli effetti della promessa di Gesù che abbiamo sentito domenica scorsa: «Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo». Gesù è con noi. È vivo e presente. Lo Spirito è quindi il dono per eccellenza che ci consente di poter vivere la nostra esistenza personale e comunitaria continuamente alla presenza di Gesù. Da questo dono dipendono tutti gli altri che il Risorto inizia ad elargire a piene mani sin dalla domenica di Pasqua: la PACE, o meglio, la SUA PACE; la GIOIA, dell’incontro, della presenza, della condivisione; la MISSIONE di costruire ponti che consentano agli uomini di incontrare Dio; il PERDONO, con cui ricostruire le relazioni lacerate e testimoniare la vittoria della vita sulla morte. Questi doni, però, senza lo Spirito Santo rischiano di non venir percepiti, riconosciuti e accolti. Potremmo perciò definire lo Spirito Santo IL DONO DEI DONI, il dono che rende possibile il riconoscimento e l’accoglienza degli altri doni del Risorto. Sapete qual è il nostro problema con lo Spirito Santo? È che non lo percepiamo come un dono. Per essere apprezzati i doni li devi poter vedere, toccare, gustare. Siccome lo Spirito Santo non lo vediamo, non lo tocchiamo e non lo gustiamo ci sorge il timore che non ci sia. Questo è un vero peccato. Perché – come Gesù ha detto – è il DONO che non viene mai negato quando gli viene chiesto nella preghiera. Lo Spirito Santo è un dono che non si vede, non si tocca, non si gusta, non si percepisce con i sensi, ma si può ugualmente sentire! Vi faccio un esempio. Quando diventa sempre più forte in noi la fame e la sete per la giustizia, non è perché all’improvviso siamo diventati attenti ai problemi sociali, o perché ci viene in mente di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti in famiglia. È lo Spirito Santo che ci sostiene e ci guida nel fare nostro l’atteggiamento di Gesù verso i poveri e gli sfortunati. Quando sentiamo interiormente la necessità di costruire ponti, offrendo perdono, creando le condizioni di un convivenza fraterna, pacifica, non è perché ci siamo convinti da soli dell’importanza di questo ma perché lo Spirito di Cristo, che abita in noi, ci guida e ci sostiene nell’agire in questo modo.
Aiutaci, Signore a fare spazio in noi al DONO DEI DONI, per essere capaci di riconoscere tutti gli altri doni che ci hai fatto, accoglierli e, cosa più importante, condividerli con le persone che ci metti di fronte e accanto nel cammino della vita. Auguro a tutti di cuore una Buona Pentecoste!