Meditazione III di Avvento – 11 dicembre 2022

Buongiorno a tutti! Anche nella terza domenica d’Avvento la liturgia ci chiede di fissare lo sguardo su Giovanni il Battista per contemplare un tratto della sua esperienza profetica che ne rivela la grandezza in un modo specialissimo. Si tratta dell’esperienza del dubbio che si sperimenta di fronte alla verità di Dio che si crede di avere afferrato una volta per tutte. Il credente, sembra dirci il Vangelo, non è l’uomo delle sicurezze incrollabili, ma l’uomo che sa porsi di fronte al mistero con un atteggiamento di stupore e continua ricerca. Andiamo a scuola dal Battista per apprendere la sua lezione. Ascoltiamo con fede.

Mentre attende la propria condanna da parte di Erode nella fortezza di Macheronte, presso il mar Morto, in cui è incarcerato, Giovanni si interroga sconcertato dalle notizie che gli sono giunte a riguardo dell’attività e dello stile di Gesù. Teme, in cuor suo, di essersi sbagliato, di aver indicato un altro al posto del Messia. Il Messia non può essere come la persona di cui gli è stato riferito. Dov’è il giudizio dei malvagi e dei giusti che nel deserto ha annunciato imminente? Niente di ciò che era stato profetizzato per il giorno del Signore si sta realizzando! Forse aveva capito male la parola del Signore che gli era stata indirizzata? E poi, c’è un’altra cosa che non quadra a Giovanni. Non è possibile che il Messia entri in contrasto con le tradizioni religiose di Israele che Dio stesso aveva istituito. Come si può ammettere che il Messia non osservi il sabato, che compia di sabato delle guarigioni? Come si può accettare che non osservi, né lui né i suoi discepoli, il digiuno e le abluzioni rituali? Per non parlare poi della pessima fama che si era pian piano guadagnata di mangione e beone, amico dei pubblicani e delle prostitute!

Il tempo si è fatto beve per Giovanni. La sua ora sta per venire. Invia perciò alcuni dei suoi discepoli con una domanda diretta a cui, senza ambiguità, Gesù deve dare una risposta: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Una domanda che rivela la serietà del Battista e la sua fede profonda. Non è sufficiente per lui il racconto della madre Elisabetta di come egli avesse riconosciuto il Messia già prima di nascere. E neppure l’aver sentito, con le sue stesse orecchie, mentre battezzava Gesù nel Giordano, la voce del Padre che rivelava: «Questi è il mio figlio, l’amato, in cui ho posto il mio compiacimento». D’improvviso, Giovanni rimette tutto in discussione, pensa che la madre si sia confusa, e che lui stesso abbia interpretato male il significato delle parole udite. Ha bisogno di vedere bene. Di mettersi di nuovo alla ricerca, da vero credente. Perché il vero credente non è l’uomo delle certezze intoccabili, acquisite una volta per sempre e da non riprendere più in considerazione, ma l’uomo che sa attraversare la notte del dubbio, ponendosi continuamente domande sul mistero di Dio, dell’uomo e del mondo.

Giovanni ha la necessità di vedere bene, ma soprattutto di purificare la sua attesa. Chi sta aspettando? Qual è il Cristo che attende? Quello della sua immaginazione, o quello che agisce, parla, testimoniando la misericordia di Dio per ogni uomo, nella persona di Gesù di Nazareth? Gesù, nella risposta che consegna ai discepoli del Battista, indica quale tipo di Messia egli sia: non un giustiziere, non un potente trionfante, ma uno che guarisce, fa il bene, consola e soprattutto si rivolge ai poveri. I ciechi – dovranno dire a Giovanni i suoi discepoli – riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti riscuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia, il Vangelo. Se Giovanni accoglierà questa risposta, se, in pratica, non vedrà nell’attività e nello stile di Gesù un impedimento per riconoscere in lui il Messia, sarà beato e potrà morire con la consapevolezza di aver dato compimento in senso pieno alla sua missione di Precursore.

Signore, ti preghiamo, purifica la nostra attesa, donaci la grazia dell’apertura degli occhi, per riconoscerti vivo e presente in mezzo a noi. Buona terza domenica di Avvento a tutti!