Meditazione II Domenica di Pasqua – 16 aprile 2023

Buongiorno a tutti. Il Vangelo della seconda domenica di Pasqua, dedicata da san Giovanni Paolo II alla divina misericordia, ci riporta all’incontro del Risorto con i suoi, nel cenacolo, nel giorno di Pasqua. In quest’incontro il Risorto inizia a riempire di doni la vita dei suoi amici. Prestiamo ascolto attento alla Parola per scoprirli ed apprezzarli sempre di più. Ascoltiamo con fede.

I discepoli sono rinchiusi nel cenacolo, dice Giovanni, per timore dei Giudei. Ma non credo sia solo il timore di fare una brutta fine a spingere gli amici di Gesù ad evitare lo sguardo della gente. Sono convinto che provino un profondo senso di vergogna per la loro viltà. Li possiamo anche immaginare mentre in cuor loro si dicono: «Ma che razza di amici siamo! Proprio quando il Maestro aveva più bisogno di noi, l’abbiamo lasciato solo». Non hanno il coraggio di mostrarsi in giro. Con quale faccia lo farebbero. Paura e vergogna, potremmo dire, albergano nel loro cuore nel momento in cui il Risorto irrompe nel cenacolo.

Nel presentarsi, il Risorto inizia ad elargire doni, che sono PER i discepoli presenti, ma anche per i discepoli delle generazioni future. Il primo di questi è il dono della PACE. “Pace a voi!” non è un semplice saluto, ma un vero e proprio dono. Che lo sia, lo si comprende dal fatto che Gesù dice “pace” mostrando le ferite nelle mani e nel costato. Associa, in questo modo, la parola “pace” ai segni della cattiveria umana inferta sul suo corpo. Proviamo solo per un attimo a pensare se sia “pace” la prima parola che attraverserebbe la nostra mente quando qualcuno ci dovesse fare del male. La pace di Cristo, la pace che il Risorto dona ai suoi il giorno di Pasqua, è una pace diversa da quella del mondo. Non è, per intenderci, la semplice assenza di conflitto, ma il dono che mantiene il cuore nella pace anche quando tutto intorno concorre a toglierla. Chi accoglie il dono della pace di Cristo rimane con il cuore in pace anche in mezzo ai tormenti, alle sofferenze, alle incomprensioni, ai problemi di relazione che inevitabilmente accadono nella vita di tutti.

Il secondo dono del risorto è la GIOIA. «Nel vedere il Signore, i discepoli – dice Giovanni – provarono gioia». È una gioia umanamente comprensibile che si rinnova ogni qualvolta si riesce a riconoscere Gesù presente nei tanti modi in cui si manifesta nella storia personale e di tutti. Come dice papa Francesco nell’inizio dell’esortazione Evangelii gaudium: «coloro che incontrano Gesù hanno il cuore pieno di gioia».

Una gioia incontenibile al punto che non si può tenerla per te. Per questo il terzo dono del Risorto è la MISSIONE: «come il Padre ha mandato me così anch’io mando voi». Una missione in cui doniamo agli altri la gioia di aver incontrato Gesù ma anche il dono del PERDONO. Il perdono è il quarto dono del Risorto. Perdono che rigenera la relazione di amicizia con chi aveva rinnegato ed abbandonato il Signore. Perdonati perdoniamo. Solo se riceviamo il dono del perdono possiamo farne dono anche agli altri. Ciò è però possibile solo a condizione che si accolga nel cuore il quinto dono del Risorto: lo SPIRITO SANTO. Gesù, alita sui suoi amici e dona lo Spirito: «Ricevete lo Spirito Santo». Lo Spirito è il dono della vita divina, che ci rigenera, ci rende figli consapevoli della paternità di Dio e della fraternità con ogni uomo e ogni donna che vive sulla terra. Nel giorno di Pasqua, i cinque doni del Risorto: PACE, GIOIA, MISSIONE, PERDONO e SPIRITO SANTO, creano il cuore nuovo dei discepoli, il principio dell’umanità nuova.

Chiediamo al Signore il dono di una fede autentica, che ci aiuti a “toccare” la carne di Cristo, come fece Tommaso, a riconoscerlo vivo e presente nella nostra vita e nella storia di tutti, e soprattutto di accoglierlo nei vari modi in cui si manifesta nell’esperienza quotidiana: nell’Eucaristia, nella Parola, nell’amore condiviso in famiglia, in comunità, nel sacramento del fratello e della sorella. Auguro di vero cuore a tutti una buona e santa Pasqua!