Buongiorno a tutti! Oggi celebriamo la solennità dell’Ascensione. Il Risorto sale al Padre promettendo ai discepoli di stare con loro sempre, tutti i giorni, sino alla fine. La fatica dei discepoli di tutti i tempi, anche nostra, è quella di fare i conti con la presenza/assenza del Risorto. Invochiamo lo Spirito perché ci faccia la grazia dell’apertura degli occhi cosicché possiamo riconoscere il Signore vivo e presente nella nostra storia e nella storia di tutti. Apriamo il cuore e la mente per accogliere la Parola.
Un primo dato che emerge dal racconto è l’atteggiamento dei discepoli. Essi, appena vedono il Risorto, si prostrano – gesto che denota il riconoscimento della divinità di Gesù; gli ebrei, è bene ricordarlo, riservano la prostrazione solo a Dio – si prostrano, e con ciò SEMBRA che professino la propria fede in Gesù, Figlio di Dio, ma, dice l’evangelista, DUBITANO! Ci saremmo aspettati dai discepoli qualcosa di diverso. Cosa avrebbe potuto fare di più Gesù oltre a risorgere dai morti per convincerli che lui è veramente il Figlio di Dio venuto nel mondo per salvare gli uomini? I discepoli, però, pur dubitando si recano in Galilea, dove il Risorto aveva dato loro appuntamento. Un luogo che comporta per loro una duplice necessità. La prima riguarda il fatto che dalla Galilea aveva avuto inizio il cammino discepolare; ritornare all’origine della sequela deve per loro comportare il necessario impegno a rileggere l’intero cammino condiviso col Maestro nella luce nuova della Pasqua. La seconda è legata al fatto che nella Galilea “delle genti”, terra di confine in cui la fede degli israeliti è continuamente messa alla prova dal confronto con chi non crede e con chi crede diversamente, i discepoli sono chiamati necessariamente a capire che ciò in cui credono è destinato, in ogni incontro, in ogni momento, ad essere messo alla prova. Insomma, in tutti i tempi e in tutti i luoghi, chi vuole seguire Gesù deve necessariamente fare i conti la sua personale “Galilea”, nel senso che deve imparare ogni giorno a considerare, nell’esperienza discepolare, la continua difficoltà ad accogliere Lui e la sua Parola sino in fondo.
La poca fede dei discepoli non è però per Gesù un problema. Egli vede bene come sono combinati, ciononostante li invia in missione: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura». È un INVIO che sa dell’incredibile. Come fa il Risorto ad affidare il compito di annunciare il Vangelo a persone con una fede piccola, povera? Forse lo fa per liberarci dall’idea che possa ritenersi un vero discepolo solo chi è già santo e ha risolto tutti i dubbi. Il vero discepolo è, infatti, colui che è sempre IN CAMMINO, che si pone continuamente domande e che, rimanendo UMILE, desideroso di crescere, si fa continuamente smontare da Gesù per conformare la propria vita alla sua. In ogni caso, i discepoli dovranno tenere presente un’ultima assicurazione che il Risorto rivolge loro: la missione verrà portata avanti nella consapevolezza d’essere continuamente accompagnati dalla sua presenza. «Io sono con voi sempre, fino alla fine». Dal momento in cui il loro Maestro ascende al cielo il compito dei discepoli sarà quello di fare i conti con il fatto che Egli sarà sì presente ma anche assente. Sapete a cosa possiamo paragonare questa condizione? A quando si iniziano a fare le prime scelte da adulti. A chi non piacerebbe avere accanto la rete di protezione che assicura di affrontare con tranquillità le difficoltà della vita? Tuttavia, tutti, prima o poi, scopriamo che pur essendo chiamati ad assumerci le responsabilità delle scelte in prima persona, gli insegnamenti dei genitori, il pensare a cosa avrebbero fatto loro se si fossero trovati nella stessa situazione, ma anche il semplice incoraggiamento, fanno crescere in noi la consapevolezza di essere sempre alla presenza di chi ci ha amato e insegnato a vivere. Tuttavia, la presenza di Gesù non è solo un ricordo ma una presenza reale. Perché Lui è vivo, è risorto, per stare con noi sempre, sino alla fine.
Donaci, Signore, con il sostegno del tuo Spirito, di diventare adulti nella fede, di crescere nella consapevolezza che tu anche se sei asceso al cielo, sei sempre con noi, in tutti i momenti, sino alla fine. Buona Ascensione del Signore a tutti!