Buongiorno a tutti. Nel Vangelo della quarta domenica del tempo ordinario al centro della nostra attenzione c’è Gesù che insegna nella sinagoga di Cafarnao e libera un uomo da uno spirito impuro. Le parole e i gesti del Nazareno rendono visibile e concreto il regno dei cieli da lui annunciato in ogni dove, a chiunque abbia orecchie per intenderlo. Apriamo anche noi il cuore per accogliere la Parola.
Cafarnao, in cui Gesù si trova, la dobbiamo immaginare come una caotica città di confine che vedeva convergere in essa persone di tutte le provenienze per via dei traffici commerciali che dal Libano e dall’Assiria giungevano in Palestina. Essendo anche la sede di una guarnigione romana a capo della quale stava un centurione è facile intuire che fosse considerata come una polveriera pronta ad esplodere per le differenze sociali, etniche, religiose, della gente che l’abitava. Ci sarebbe da domandarsi come mai il Nazareno l’avesse scelta come luogo in cui vivere la prima esperienza comunitaria con i discepoli che iniziavano a seguirlo. Ogni volta che me lo chiedo, mi viene in mente la stessa risposta: Gesù ama l’umanità ad un punto tale da non avere preclusioni nei confronti di nessuno. Vive talmente la consapevolezza che ogni uomo proviene dalla medesima origine che per lui non c’è distinzione culturale o religiosa che conti. Molto spesso, nei suoi insegnamenti, sono i samaritani o addirittura i pagani a rendere più chiara ai giudei la volontà di Dio. Cafarnao, ne sono sicuro, era per Gesù un grande laboratorio in cui sperimentare ogni giorno la fraternità universale e la prossimità nei confronti di ogni uomo che ci ha chiesto di fare nostra. Le differenze tra persone, tra popoli, tra religioni, quando sono accolte nella prospettiva evangelica, con la stessa disponibilità di Gesù a riconoscere in ogni uomo un fratello, possono diventare una risorsa, una ricchezza. Quanta fatica si fa a comprenderlo!
Credo che sia questa convinzione, questo atteggiamento, a far percepire l’insegnamento del rabbi di Nazareth come nuovo e autorevole. Sulla base di quanto detto, che l’insegnamento di Gesù fosse giudicato nuovo lo si può comprendere, ma cosa vuol dire che venisse anche considerato autorevole? È esperienza comune valutare autorevoli e degne di essere ascoltate le persone che non solo sono capaci di dire belle parole, di fare bei discorsi, ma di mostrarsi coerenti con ciò che insegnano. L’autorità di Gesù dipendeva dal fatto che la gente vedeva che non c’era distanza alcuna tra ciò che diceva e ciò che faceva. Nelle sue parole non c’era solo teoria, voglia di stupire, di affascinare, ma desiderio autentico di aiutare il prossimo ad essere migliore, libero, capace di vivere in pienezza la propria vita. Questo viene concretamente mostrato con la liberazione dell’indemoniato. Nel compiere l’esorcismo Gesù ci mostra che il desiderio che nutre nel profondo del suo cuore per ogni uomo è che ogni uomo sia libero. L’uomo libero non è l’uomo che può fare tutto quello che vuole, ma l’uomo che vive da uomo includendo nella propria vita ogni suo simile, senza distinzione alcuna. Questo ci fa comprendere che la libertà più difficile da guadagnare è la libertà da noi stessi, dalle chiusure che ci portano a vedere solo ed esclusivamente le nostre ragioni e mai quelle dell’altro; a rimanere fissi nelle nostre posizioni, come dischi incantati che tornano sempre sullo stesso punto. Il diavolo che gode nelle nostre divisioni, lo si vince ogni volta che costruiamo ponti, che curiamo il risentimento, che impariamo a perdonare e ad aprire il cuore per accogliere tutti, compreso chi non ci vuole bene.
Signore, libera il nostro cuore perché diventi una casa accogliente per Dio e per ogni uomo e donna che vive sulla faccia della terra. Buona domenica di vero cuore a tutti.