Immacolata Concezione – 8 dicembre 2024

Buongiorno a tutti! La seconda domenica di Avvento coincide quest’anno con la solennità dell’Immacolata Concezione. Il Vangelo che meditiamo in questa ricorrenza ci conduce a Nazareth, in casa di Maria, nel giorno in cui l’Arcangelo Gabriele le comunica il progetto di Dio per la sua vita. Con fede, chiediamo nella nostra preghiera che si compiano in noi, come in Lei, le parole che il Signore ci rivolge. Ascoltiamo.

Nazaret, secondo le ricostruzioni degli archeologi, non superava i cento metri di estensione. Potremmo dire, con il linguaggio di oggi, che era un piccolo villaggio, un luogo “dimenticato da Dio”. Gli stessi Giudei ritenevano impossibile che il Messia potesse provenire da un posto simile. Eppure, è proprio in uno di quei luoghi che gli uomini considerano insignificanti che lo sguardo dell’Amore eterno si posa su una giovane donna, Maria, che attende di completare il suo impegno sponsale con «un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe». Maria e Giuseppe, nel racconto dell’evangelista Luca, sono due persone umili. Quando si recheranno al Tempio per l’offerta del primogenito, prescritta dalla Legge di Mosè, porteranno una coppia di giovani colombi, l’offerta prevista per i più poveri. Questo ci permette di affermare, senza forzature, che Dio inizia la sua storia d’amore con l’umanità a partire da ciò che essa tende a disprezzare: non da Gerusalemme, centro religioso di Israele, ma da Nazaret, un luogo periferico; non dagli esponenti più importanti del Regno o del Tempio, ma da una famiglia semplice. Dio inizia la sua storia di solidarietà con il genere umano scegliendo i poveri e i dimenticati.

Al saluto dell’angelo, l’espressione di Maria è eloquente: timore, turbamento, sbigottimento. Cosa può significare un saluto simile? Si domanda in cuor suo. L’angelo, notando il turbamento di Maria, le spiega chiaramente la volontà di Dio: Maria è chiamata a diventare la madre del Messia. La preoccupazione di Maria, di fronte al progetto di Dio, è rivolta alle difficoltà pratiche. Quando dice: «Non conosco uomo!», sembra voler dire: «Signore, perdonami, ma non ho in questo momento ciò che è umanamente necessario per compiere il tuo progetto». Per concepire un figlio, infatti, il matrimonio avrebbe dovuto essere consumato. Non è mancanza di fiducia, è realismo. L’angelo allora le rivela che il Figlio dell’Altissimo nascerà per opera dello Spirito Santo, e che Giuseppe non prenderà parte al concepimento. Maria comprende il messaggio dell’angelo e riconosce che si tratta di una buona notizia. Tuttavia, comprende anche che la missione che le viene affidata è terribilmente impegnativa e potrebbe suscitare il rifiuto violento della gente. Nonostante ciò, Maria dice “sì”, perché sa che se il Signore lo vuole, non c’è motivo di temere. Anche di fronte alle difficoltà, Maria sa di poter contare sul sostegno dello Spirito Santo.

La storia dell’Immacolata Concezione di Maria diventa così un modello per chiunque voglia portare a compimento la missione affidatagli dal Signore. Con lo stesso realismo di Maria, anche noi dobbiamo riconoscere i nostri limiti. Chi può dire di avere tutto ciò che serve per fare la volontà di Dio? Chi può affermare di essere un prete, un diacono, un religioso, una religiosa, uno sposo o una sposa perfetti? Se siamo onesti, non possiamo negare le nostre inadeguatezze. Eppure, per chi crede, questo non è un ostacolo alla missione. Il Signore è vicino a noi: con il suo Spirito ci dà vita e sostiene il nostro impegno. Non siamo soli. Come Maria, con lo Spirito possiamo rendere possibile l’incarnazione della Parola nella nostra storia e in quella di tutti.

Signore, aiutaci a vivere con la fede di Maria. Fa’ che anche noi, come lei, possiamo imparare a fidarci di Te e della Tua Parola, affinché diventi carne nella nostra vita e nella nostra storia. Buona solennità dell’Immacolata a tutti. Così sia!