Buongiorno a tutti! Nella seconda domenica di Avvento siamo chiamati ad introdurci nel deserto per lasciarci provocare dalla testimonianza del Battista e dal suo appello alla conversione. «Preparate la via del Signore», egli dice, ripetendo le parole che secoli prima aveva rivolto al popolo esule in terra di Babilonia, il profeta Isaia. Parole che richiamano l’assunzione necessaria di un atteggiamento di ascolto attento, di umiltà, di essenzialità, per combattere in noi la tentazione della vanagloria e della distrazione verso cose secondarie. Apriamo la mente e il cuore per accogliere la Parola.
L’evangelista Marco colloca all’“inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” la predicazione del Battista, del messaggero preannunciato da Isaia a cui il Signore aveva dato il compito di “preparare la via del Signore”. Fermiamoci a considerare il contenuto di questa missione, a comprendere bene che cosa di fatto proponesse Giovanni ai penitenti che si recavano nel deserto per ricevere da lui il battesimo di conversione. Nelle profezie isaiane il Precursore “prepara la via del Signore”. La preposizione “del” specifica che la via da lui posta di fronte alle coscienze di chi lo ascoltava non era sua, non l’aveva inventata lui, ne tantomeno doveva essere cercata in modo originale dai penitenti. La via è “del” Signore e solo sua. Ma in cosa consisterebbe questa via, quali sarebbero i sentieri da raddrizzare? La via del Signore è la Parola. Una via impegnativa, in salita, di fronte alla quale molto spesso ci sentiamo in difficoltà perché, come tutte le strade in salita, si fa una gran fatica a percorrerla e a percorrerla sino in fondo. Una via che talvolta confondiamo con le nostre, un po’ tortuose, nascoste dietro montagne di alibi, di autogiustificazioni, di scorciatoie. Solo quando – come dice Isaia – le sue vie saranno anche le nostre vie, i suoi pensieri saranno i nostri, la Parola che come pioggia e neve scende dal cielo non ritornerà da chi là inviata senza aver compiuto la sua missione, vale dire: la pienezza di vita per ogni uomo. L’Avvento è un tempo di grazia in cui con forza ci viene chiesto di rimettere la Parola di Dio al centro perché diventi carne, la nostra, così da rendere visibile e più presente il Signore nella storia.
La conversione predicata da Giovanni consiste quindi nell’abbreviare la distanza tra la nostra via e quella del Signore, tra i suoi pensieri e i nostri. Perché ciò si realizzi è necessario che ci introduciamo, insieme a tutti coloro che si sentono toccati dall’appello del Battista, nel deserto, il quale è da intendere, seguendo l’insegnamento biblico, come luogo delle relazioni rinnovate con Dio e con il prossimo. Nell’Esodo e nella predicazione profetica, infatti, il Signore rinnova nel deserto l’Alleanza, rinnova verso il suo popolo la relazione nuziale. Tale obiettivo richiede, come mostra il Battista con la sua testimonianza, la necessità di puntare sull’essenziale, su ciò che davvero conta. L’abbigliamento e il nutrimento con cui Giovanni viene descritto dall’evangelista sono una provocazione per invitarci a non essere troppo preoccupati solamente di rimpierci la pancia e di ciò che ci mettiamo addosso ma di puntare sull’essenziale delle relazioni, del prendersi cura di chi ci sta accanto, del mettersi in ascolto attento dell’altro, sia dell’altro con la “A” maiuscola che con la “a” minuscola. Una vita piena di cose, ma vuota d’amore, difficilmente sarà ben disposta ad accogliere il Signore che ci viene incontro.
Non solo, il Battista è anche uno che invita a preparare la via del Signore invitando, esattamente come fa lui, a stare nel proprio posto, a vivere sino in fondo la propria vocazione e missione. Molti suoi contemporanei pensavano che fosse lui il Messia. Quando gli si presenterà Gesù nel Giordano per essere anche lui battezzato, il Battista, pur obbedendo alla richiesta del Nazareno, lo indica ai suoi discepoli dicendo: «è lui l’Agnello di Dio, lui dovete seguire». Giovanni sa stare al suo posto. Non si monta la testa. Non si mette in mostra. Sa essere umile, sa fare spazio a Dio, perché sia riconosciuto da tutti come il Signore della storia.
Signore, prendici per mano, portaci nel deserto, sostieni il nostro cammino di conversione! Così sia!