Perché il cuore è il centro dell’uomo.
Non è stato detto, anche, che: “Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce”? (Pascal).
È perché, anche la luce della ragione, è a servizio del cuore.
Per cuore, qui noi intendiamo la facoltà di amare, che è la facoltà regina dell’anima, la sua punta suprema, lanciata verso Dio e verso il prossimo. Essa, come regina, è libera, ed è dominatrice di tutte le altre facoltà.
Il cuore dunque finisce per essere tutto l’uomo.
L’uomo, fatto ad immagine di Dio, è dunque un cuore vivo, luminoso, in continuo ardore. Per questo fu creato. E così dovrebbe essere.
E l’uomo, redento dal Sangue di Cristo, ha l’ordine dal suo Creatore di “crescere” e di dilatarsi.
“Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei Cieli” (Mt 5,48).
E questa “dilatazione” deve cominciare dal cuore.
Sì, dal cuore. Sono infatti troppi i “buoni”… che hanno un cuore piccolo; angusto; dagli orizzonti stretti e bassi. Cuori, spesso, anche, piccoli e duri come noci…
E si cammina così, forse inconsciamente, nella direzione opposta della autentica bontà. (Oh!… caro e benedetto “Inno della Bontà” di San Paolo al cap.13 della prima lettera ai Corinti).
Dilatare dunque il cuore!
E lo si dilata man mano che il proprio “io” (che è il pernio, il centro, il cuore stesso del cuore) sta ben fermo al suo posto; cioè scende sempre più in basso. In umiltà totale.
L’ “io”, questo misterioso centro di tutto l’uomo, per essere al suo posto giusto, nell’armonia dell’universo, deve combaciare sempre col SUO bari-centro. Che è il suo giusto centro di gravità. Direi il suo giusto centro gravitazionale nella danza dell’universo creato.
Tenendosi lì, l’ “io”, al suo giusto posto, può muoversi, danzare nel giusto suo equilibrio.
Allora l’anima, al suo giusto posto; nel suo giusto equilibrio, si sente realmente libera e sgombra. E Dio vi scende, e ne occupa il cuore, e lo dilata verso le sue massime potenzialità.
Potenzialità che, essendo totalmente donate a Dio, sono destinate a dilatarsi verso l’infinito.
L’ “INFINITO”, Sì. Infatti, l’uomo, creatura di Dio, e perciò finita, per la redenzione, mediante il Sangue di Cristo, è diventato veramente Figlio di Dio (per vita divina comunicata).
Per questo è lanciato verso dilatazioni senza limiti. Man mano che, sotto l’impulso dello Spirito Santo, si lascia fare, si lascia DILATARE.
Facciamoci dunque un cuore buono. Sempre più buono. Sempre più misericordioso. Sempre più “in servizio”: di grata, gioiosa adorazione a Dio; perché da Lui tutto abbiamo ricevuto. E sempre più “in servizio” ai fratelli: immagini di Dio, Figli di Dio.
Le vie da battere per queste dilatazioni?
Eccole:
- Umiltà, umiltà, umiltà.
La virtù che, facendo scendere l’ “io” fino a combaciare col proprio giusto centro
gravitazionale, dilata l’anima.
- Amare, amare, amare.
La funzione propria del cuore; che amando si sviluppa, si dilata.
- E chiedere a Dio questa “dilatazione” del cuore; dono tanto grande, divino.
“L’amore!
quale magnificenza…
Chiedimelo per il tuo prossimo.
Quando lo possederai, vedrai che differenza,
che semplicità, che ricchezza,
e che diffusione di luce per opera tua.
Domandami l’amore.
Io lo possiedo.
Lo do a chi voglio.
Ma bisogna chiedere, bisogna prenderlo nel mio Cuore”.
(da “Lui e io”, vol.2°, pag.89)
Il Modello?
Eccolo. Guardalo: il nostro Gesù in croce.
Le braccia spalancate. Chiodate. Perché non resti nessun dubbio.
E poi il Cuore squarciato. Aperto. Per tutti.
E il Crocifisso, così. Morto d’amore, e sempre vivo, essendo l’Amore (Ap 5,6), sta al centro della storia. Per tutti.
Sempre pronto ad amare tutti. Servire tutti. Salvare tutti.
Purché ognuno lo voglia…
E io?
E tu?… Siamo così? O, almeno, decisamente su questa via: l’autentica via di Gesù?
Don Paolo
Gennaio 1980
PER RIFLETTERE UN PO’
– PER TUTTI: Dilatare il cuore non è una semplice opera umana, ma è divina. Quali vie consenti a Dio di attuare per render il tuo cuore indirizzato verso tutte le indicazioni suggerite da 1Cor 13?
– PER GLI SPOSI: UN CONIUGE deve uscire dall’illusione di avere il suo cuore totalmente dilatato, e accogliere l’opera costruttrice di Dio. Quand’è che, riferendoci a 1 Cor. 13, favorisco o impedisco l’opera dilatatrice di Dio?
Don Piero
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