ASCOLTO
Una scena interessante.
In una sala, un oratore parla. Una ventina di persone ascoltano. L’argomento è interessante; non sempre da tutti, in tutto, condiviso.
Osservo persone, atteggiamenti, volti.
Un volto sorridente, attento; vi si legge chiaro: simpatia. E un volto chiuso, teso; vi si legge: “Ma che dice costui?”. E un volto astratto; un altro distratto; e una testa che pencola, e dice di “sì”… di “sì”…: sonno. E più in là un volto acceso, polemico: vi si legge: antipatia, contestazione…
Una cosa colgo chiara nell’aria, in questa assemblea di persone in ascolto: un sentimento diffuso di simpatia, e qua e là, uno di antipatia.
Questi due sentimenti fanno da sfondo a tutte le espressioni che si vanno man mano dipingendo su quei volti.
Quanto spesso, un fatto analogo può capitare a noi poveri mortali. Non solo quando si ascolta un oratore, ma ancora più nella vita comune, quando siamo un po’ tutti oratori e ascoltatori.
Forse su questi due sentimenti: simpatia e antipatia, noi dovremmo richiamare la nostra attenzione, soprattutto quanto alle nostre relazioni familiari e con gli amici. Detti sentimenti possono infatti giocare un ruolo molto importante; anche se, spesso, inconsciamente. Creano invero un orientamento di fondo.
E la verità e la carità potrebbero soffrirne molto.
Simpatia: dal greco “syn-patheia” = sentire insieme; con-sentire.
Antipatia: dal greco “anti-patheia” = sentire contro, dissentire.
Simpatia e antipatia sono dunque sentimenti; fanno parte del nostro mondo emotivo. Di per sé, come sentimenti, sono ciechi, proprio come tutte le emozioni e passioni.
Possono essere istintivi. Naturalmente, il più delle volte, sono suscitati da un oggetto che, per natura sua, o per certi suoi aspetti, ispira simpatia o antipatia.
Comunque, negli uomini, questi sentimenti dovrebbero sempre vibrare sotto la luce dell’intelletto, e così “vederci”; rimanere nel dominio della volontà e così diventare autentiche forze costruttrici: bei cavalloni, dominati da un auriga esperto e ben fermo nella guida del carro della vita.
Simpatia e antipatia, infatti, sono di per sé potenti forze e sono state ideate dal Creatore come componenti per una giusta crescita della personalità umana.
Ma… ahimè! per la nostra debolezza, quante volte questi sentimenti, che diventano poi emozioni abituali, sfuggendo al razionale e non rimanendo sottomesse al dominio della volontà, diventano forze cieche, sfrenate…, autentici puledri indomiti, pericolosi, disastrosi.
L’antipatia ad esempio, lasciata a sé, corre il rischio di tagliare fuori dal nostro mondo uno o più fratelli, che vengono così ostracizzati, eliminati: ed è autentica grave ferita alla carità. Chi è dominato dall’antipatia, è come se si mettesse un paio di occhiali neri: vede tutto nero! Anche quando la realtà oggettiva sarà magari candida come la neve.
La simpatia, all’opposto, può mettere occhiali brillanti, in tutta luce, incapaci di cogliere le ombre. In un fratello che riesce simpatico, anche i difetti più grossi, potranno diventare perfino pregi singolari.
Abbiamo parlato di “ASCOLTO”.
Proviamo a riflettere un po’ sul nostro comportamento; se nell’ascoltare, ci lasciamo guidare, qualche volta, a riguardo di qualcuno, da simpatia o da antipatia. Parlo naturalmente delle simpatie e antipatie “cieche”. Sono entrambe da fuggire come la peste.
Se nell’ascolto: nelle nostre conversazioni, relazioni in casa e fuori, vogliamo metterci nella posizione giusta per capirci, cogliere la verità, costruire nella carità, dobbiamo donare ai nostri sentimenti buoni occhi; a tutti i sentimenti, ma specialmente a quelli istintivi della simpatia e antipatia, centrandoli ben bene alla luce della ragione e della Fede.
Se si potesse dare qualche buon consiglio al riguardo, diremmo:
- Togli dal tuo cuore qualsiasi antipatia per chiunque!
- Possibilmente fa’ che tutti ti siano sanamente simpatici.
- Tra i due sentimenti, qualora ci fosse pericolo di esagerazione, meglio esagerare nella simpatia.
- Che tutti ti siano santamente simpatici alla luce della Fede!
- Tieni ben aperti gli occhi. Vedi le cose come sono. Ma abbi MOLTA misericordia!
Assomiglierai di più a Dio.
- Una sana simpatia, quella che ci vede, rende più acuta la vista dell’anima, più saggio il cuore. È fonte di gioia e di vita, rallegra tutti, avvicina sempre a Dio.
Lui che simpatizza con noi fino ad amarci infinitamente.
Nonostante i nostri difetti e i nostri peccati! Egli ai suoi figli chiede solo che, sotto il calore della sua divina simpatia, per amore, diventino migliori.
La liturgia del S. Natale, ci ha ricordato con insistenza:
“…Quando si manifestò la BONTÀ e l’AMOREVOLEZZA di Dio nostro salvatore, allora egli ci fece salvi, NON per merito di opere giuste fatte da noi, ma in forza della sua MISERICORDIA” (Tito 3,4-5).
Oh! che bell’anno sarebbe questo appena iniziato, se saremo in “ascolto” dei nostri fratelli sempre con SIMPATIA, BONTÀ, AMOREVOLEZZA, MISERICORDIA! Proprio come fa Dio con noi!
Buon anno, dunque.
Così.
Gennaio 1974
Don Paolo
Per riflettere un po’…
- L’ascolto è condizionato da simpatia o da antipatia, sentimenti fragili, epidermici e contrari alla verità. Allora deve intervenire l’intelligenza che fa una scelta: decide di voler sempre ascoltare, che è il primo verbo che coniuga l’amore. Quale attenzione pongo nel saper e voler ascoltare chiunque altro?
- PER GLI SPOSI: L’ascolto, afferma Papa Francesco caratterizza la relazione fra i coniugi (Amoris Laetitia, 136-141). Nella mia esperienza di sposo/a quali rimedi devo adottare ancora per migliorare il mio ascolto?
d.Piero