Buongiorno a tutti! L’Avvento e l’anno liturgico, che iniziano a partire da questa domenica, ci ricordano l’importanza, per tutti i discepoli, dell’incontro vivo con Gesù vivo nel tempo. Un incontro che si è realizzato storicamente per la prima volta nel Natale di 2022 anni fa; che si rinnova ogni volta che si accoglie Gesù vivo nell’Eucaristia, nella Parola, nel sacramento del fratello e della sorella; che si realizzerà, in modo definitivo, quando il Vivente ritornerà alla fine dei tempi per “giudicare i vivi e i morti”. Su questo terzo incontro ci fermiamo oggi a meditare. Non per aumentare la nostra ansia al riguardo dell’esito finale della vita, ma per imparare a vivere con responsabilità il presente. Ascoltiamo con fede.
Il tema centrale del Vangelo della prima domenica di Avvento è la vigilanza. «Vegliate, state pronti, non fatevi trovare sprovveduti, impreparati!», dice Gesù, in modo imperativo, «perché non sapete – non sappiamo – in quale giorno il Signore verrà». Una cosa è certa: verrà, o meglio, ritornerà, ma non ci preavviserà sul momento preciso in cui ciò accadrà. Il ritorno del Signore alla fine dei tempi, non è una semplice visita di cortesia, ma è l’occasione ultima e definitiva dell’incontro con il Vivente per il suo giudizio sulla storia. Nella professione di fede che ogni domenica esprimiamo ad alta voce con tutti i nostri fratelli e sorelle lo ricordiamo quando affermiamo che Gesù, dopo essere salito al cielo, «di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti».
Verrà, quindi, per giudicare. Tutti gli esami, da quelli clinici a quelli scolastici, lo sappiamo bene, sono preceduti, soprattutto nell’imminenza della loro realizzazione, da una buona dose di ansia. Il fatto che il ritorno del Signore alla fine del tempo sia associato ad un evento di questo tipo potrebbe, in un certo senso, produrre nel cuore del credente un effetto analogo. Gesù però non vuole generare ansia ma invitarci piuttosto a vivere la nostra vita presente nella responsabilità. Nel racconto evangelico questo emerge nella parte iniziale, quando si dice che in tutti i tempi, da che mondo è mondo, gli esseri umani mangiano, bevono e si sposano. È come se venisse detto che le energie di ciascuno sono quotidianamente rivolte a soddisfare i cosiddetti bisogni primari e a realizzare le scelte di vita. Tuttavia, sebbene le azioni di tutti possano apparire esteriormente uguali, esse di fatto differiscono per quanto riguarda l’intenzione.
Faccio un esempio. Colui che fa un regalo è universalmente considerato una persona che compie un atto di altruismo e generosità verso il prossimo. Per lo meno, si è portati a pensare questo quando si considera l’azione solo esteriormente. Se, infatti, si prendesse in considerazione l’intenzione, si potrebbe anche verificare il caso del regalo fatto per interesse, per avere qualcosa in cambio, per carpire la benevolenza dell’altro. A queste condizioni, il regalo non sarebbe più espressione di altruismo e generosità, ma del suo esatto contrario: di egoismo e tornaconto personale. In sintesi, “fare un regalo” può essere un’azione moralmente buona o cattiva a seconda che l’intenzione sia altruisticamente rivolta al bene dell’altro o egoisticamente ripiegata sul bene interessato di chi la compie. Per capirci ancor meglio: non è solo importante considerare CHE COSA si fa, ma anche il COME e PER CHI lo si fa. Gesù lo fa capire con l’esempio del tempo di Noè. Anche allora, l’umanità era dedita nelle medesime azioni, tuttavia, la stragrande maggioranza dei contemporanei di Noè era mossa dall’intenzione di riempirsi la pancia e fare i propri comodi in modo egoistico. Solo una famiglia, quella di Noè per l’appunto, non si era dimenticata di Dio e dell’umanità. Con quella famiglia, che potrebbe apparire numericamente insufficiente per un nuovo inizio, Dio getta le fondamenta per la prosecuzione della storia della salvezza.
Signore, aiutaci ad essere vigilanti. A guardare la vita e la storia con attenzione, con gli occhi aperti, per scegliere bene il Bene che ci aiuta a prepararci all’incontro definitivo con te. Buon inizio del cammino dell’Avvento a tutti.