Una riflessione di Francesco Benvenuto, Responsabile del FAC, sui temi fondamentali di questo Movimento.
Il Movimento Fac è un movimento di educazione all’amore genuino di Gesù: Amore-Vita, Amore-Luce, è una corrente di vita. Corrente di vita significa non un’opera, ma un compito vitale che può essere fatto proprio da chiunque, un’anima per tutte le realtà che già operano. La funzione del Movimento Fac è farsi servizio, perché vi sia più luce, più vita, più amore, più spirito nella Chiesa e nel mondo. È un servizio alle persone e alla comunità ecclesiale, in particolare quella parrocchiale, perché tutti possiamo fare esperienza di Gesù e del suo amore ed entrare così in relazione e in comunicazione.
Gesù al centro
Punto di partenza è l’incontro con una realtà viva: la persona di Gesù. Incontrare Gesù è accettarlo in sé, lasciargli via libera, in modo che Egli ci riempia del suo amore, ci divinizzi e da noi possa irradiare nei fratelli. È una chiamata esplicita alla santità.
«Per chi accetta la rivoluzione d’amore di Gesù, a fatti, ad un certo momento tutto si riduce a questo: Gesù! Ad un certo punto, ti viene da pronunziare, più che con le labbra o con la mente, con tutto il cuore: “Dal momento che Dio si è fatto uomo, a me importa quest’uomo, voglio incontrarmi con quest’uomo”. (…) Comincia la “malinconia” di Gesù. (…) E nasce il colloquio incessante con Lui che ti fa sentire l’Amore infinito del Padre. (…) E che bisogna: Amare sempre! Amare solo! Amare tutti! Amare a tutti i costi! Amare anche stando zitti! Amare a fatti!». (don Paolo Arnaboldi in “Il Fac non è un’opera caritativa. È una rivoluzione d’amore”) L’incontrarsi con Gesù fa capire che si è parte di una realtà più grande: la Chiesa, famiglia dei figli di Dio.
Si comprende che il vero problema è fare di tutti gli uomini dei figli di Dio e che questo si realizza se ognuno di noi accoglie in sé, sempre più, Gesù, l’Amore fatto uomo e la sua legge d’Amore. Gesù accolto da me viene a mia volta donato a chi mi sta intorno. È una propagazione d’Amore. L’incontro con il Vangelo è sempre un incontro con una Parola raccontata, trasmessa, vissuta. Questa Parola è una persona: Gesù Cristo. Don Paolo Arnaboldi, iniziatore del Movimento Fac, con un’espressione intuitiva e sintetica, ma densa di significato, diceva che l’incontro con il Vangelo è “Incontro vivo con Gesù vivo”.
L’incontro vivo con Gesù vivo è un’esperienza ed è il punto di partenza di ogni progetto pastorale; il fare, infatti, è il traboccare dell’interiorità. Se si vuole costruire un’esperienza di Chiesa bisogna partire sempre di qui. Solo se abbiamo Gesù dentro, riusciremo a condividerlo con i nostri fratelli.
Una Rivoluzione d’Amore
Dio è Amore. È questa la straordinaria rivelazione che Dio ha fatto di sé tramite il Figlio. Gesù, l’Amore fatto uomo, ci ha fatto conoscere l’intima natura di Dio. Ed è venuto nel mondo perché tutti gli uomini ne diventino partecipi, chiamandoli ad essere figli di Dio. Tutto il Vangelo si compendia nel comandamento dell’Amore, vita divina comunicata. «L’unica energia che costruisce la Chiesa e la Parrocchia è l’Amore. L’Amore (si noti bene, sempre la “A” maiuscola) è l’unica energia che costruisce la Chiesa. Dio è Amore. Dio Amore è Uno. Ma in Tre Persone. Ed è per lo Spirito che i Tre sono Uno. Ed è per lo stesso Spirito che Dio Uno è Trino: è Famiglia». (don Paolo Arnaboldi in “Verso un Progetto di Parrocchia Famiglia di Dio”)
L’Amore del Vangelo non è un’idea astratta, una bella espressione… ma esige di essere tradotto nella vita: vita che ama e che si dona. A fatti. Ogni pagina del Vangelo richiama questa esigenza. La parola “Fac!” (= rendi vita) la compendia e la ripropone con forza (cfr. Lc 10,25-37).
Creare Comunione e Fraternità
Il nostro impegno è creare in parrocchia un clima. Un clima di vera fraternità, capace di accoglienza, di perdono, che non dà spazio a discriminazioni, rancori, maldicenze… un clima in cui ciascuno può sentirsi a proprio agio.
C’è a volte un freno nella vita spirituale di persone e comunità ecclesiali: quello che ci fa sentire credenti solo in chiesa. È come se pensassimo che Dio arriva solo sin là: ascoltare la Parola, celebrare l’Eucaristia. Più oltre non crediamo che Dio si inoltri o trovi spazio. È questa l’eresia peggiore, quella che divide la fede dalla vita; è la tentazione della vita terrena, che magari ammette le cose dello Spirito nell’intimo della coscienza, ma rivendica un mondo dominato dall’interesse per le cose e dal calcolo individuale.
«Non chiunque mi dice “Signore, Signore” entrerà nel regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli». (Mt 7,21).
FARE! ecco il problema. Ogni legge ha per scopo un fatto, una vita da informare. La legge di Dio è legge d’amore, ed esige perciò una vita d’amore. Si è cristiani solo se si fa: si attua la legge di Cristo. Fare! Fare! Fare! – Rendere vita, rendere vita, rendere vita! Il Vangelo, legge d’amore, esige vita d’amore; questa solo è la via che salva». (don Paolo Arnaboldi in “Famiglia di Dio”)
La scommessa di Dio è quella di non fermarsi: Egli ha l’ardire di ispirare la pienezza della vita umana Sino ai confini della vita, vuole giungere la buona notizia
del vangelo. Questo è lo spirito dell’incarnazione, quello di Dio che assume un corpo per ispirare di grazia e di libertà una umanità dispersa tra i limiti e le schiavitù della terra.
E c’è quasi una seconda incarnazione cui Gesù richiama la nostra attenzione: quella degli ultimi. “Ogni volta che avete fatto questo ad uno dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Me”. I poveri, i sofferenti, i disprezzati, gli schiavi: il più vivo sacramento della presenza-azione di Cristo tra noi, sono occasione di carità, di Amore riconosciuto e diffuso.
Il carisma Fac in parrocchia ha a cuore il recupero del legame tra fede e vita, nutre la passione per una fede “compiuta”, non lasciata a mezzo in sacrestia. Sempre ispirato dal desiderio dell’incontro vivo con un Gesù vero nel Vangelo, è però attento ad intuire la manifestazione di quel Dio che si è sempre nascosto nel segno della fragilità: l’Uomo nato a Betlemme e non nei palazzi del potere, il Messia mite; il Servo sofferente. Il Fac intende promuovere con umiltà soprattutto il “compiersi” dell’Amore cristiano, sinché la vita del mondo ne sia nutrita e pervasa.
La relazione delle persone con il Signore e tra di loro nella comunità parrocchiale diventa esperienza di comunione diffusiva; fraternità che diventa ascolto, dialogo, relazione, affidamento, farsi carico l’uno dell’altro, dando una parola di speranza nelle situazioni difficili e di dolore della vita.
La fraternità vera, come la intende Gesù, non nasce soltanto dalla buona volontà di stare insieme: nasce dall’amore di Gesù che viene attinto all’evangelo e all’Eucaristia. Perché le nostre parrocchie abbiano un volto popolare e amico di Chiesa e non siano soltanto stazioni di servizio del sacro o contenitori di attività pastorali, devono far vivere esperienze di fraternità che vanno necessariamente verso gli altri perché questo è il desiderio ed il comando del Signore. Don Paolo Arnaboldi, esperto di queste cose, diceva: “un blocco di cuori, fusi nell’amore che insieme al parroco pastore camminano nella medesima direzione”.
Comunicare il Vangelo, la Carità più grande
L’esperienza dell’amore ascoltato, accolto, condiviso, non possiamo tenerla per noi, ma diventa motivo di missionarietà e di annuncio. Gesù invia la sua Chiesa a continuare la sua opera, ad annunciare una Parola che non è sua, ma quella del suo Maestro: “andate dunque istruendo tutte le genti, insegnando loro tutto quello che vi ho comandato” (Mt 28,20). A questa società la Chiesa è chiamata ad annunciare il messaggio di salvezza. In questa galassia di immagini e suoni emergerà il volto di Cristo? Sarà ancora possibile udire la sua voce?
Dobbiamo sempre tenere in evidenza che la prima comunicazione è la testimonianza di vita, perché “gli uomini di oggi ascoltano più volentieri i testimoni che i maestri” (Paolo VI). Come non dobbiamo mai dimenticare che l’evangelo, come il Regno, si fa strada con i mezzi semplici, con la parola “porta a porta”, con il “passa-parola”. Una attenzione particolare andrà posta nell’utilizzare tutti gli strumenti che la Chiesa, attenta a questa nuova dimensione della comunicazione, sta predisponendo con intelligenza (emittenti televisive, periodici e testate giornalistiche, social media) che vanno fatti conoscere perché la parola del vangelo “faccia la sua corsa”.
Amore è Aiuto Fraterno
La scoperta dell’amore cristiano non può non girare uno sguardo al di fuori e a tutti i bisogni dell’uomo. Un “fraterno aiuto cristiano” è così la pedagogia spirituale del carisma Fac per riconoscere nella solidarietà la profezia di Dio. Non è questione di un “fare”, quanto anzitutto quella di un “essere”. Farsi aiuto significa infatti ripensare se stessi in relazione all’altro, e resistere alla tentazione di definirsi nel modo inverso: noi al centro. Dare la priorità al fratello e alla sua domanda, a volte scomoda, significa ancora quella conversione di mentalità, per la quale ci educhiamo a considerare che “c’è più gioia nel donare che nel ricevere”. Oggi è più che mai urgente che nascano e si formino non solo catechisti e animatori liturgici, ma soprattutto “facitori” di carità e di pace, volontari dell’amore vissuto e donato: veri testimoni di Lui.
Parrocchia Famiglia di Dio
Fin dai suoi inizi il Movimento Fac ha fatto una scelta preferenziale per la parrocchia, perché di fatto è in essa che incontriamo Gesù e la Chiesa. È a partire dalla parrocchia che si costruisce una Chiesa viva. Formando comunità ecclesiali piene di vita e di amore cresce la Chiesa intera. Naturalmente la scelta per la parrocchia non è esclusiva, e perciò le proposte fondamentali del Fac (l’incontro vivo con Gesù, l’amore del Vangelo tradotto nei fatti…) valgono per gli individui, le famiglie, i gruppi più diversi.
«Se il Cristianesimo è amore, la Chiesa è una grande famiglia: la famiglia di Dio. Ma la Chiesa ha la sua struttura tipica: Diocesi e Parrocchie. La Parrocchia è la cellula del grande organismo della Chiesa. Il FAC vuole appunto fare della Parrocchia “la grande Famiglia Parrocchiale”, la comunità cristiana operante; mira alla Parrocchia viva, attraverso l’amore di Gesù reso vita». (don Paolo Arnaboldi in “Famiglia di Dio”)
Per il Movimento Fac l’immagine che meglio coglie la realtà della parrocchia è “Famiglia di Dio”. Tutti noi fedeli siamo figli dell’unico Padre e formiamo la sua famiglia. Tutto parte, ancora una volta, dall’innesto in Gesù e dalla piena comunione con Lui.
Il Movimento Fac richiama l’attenzione sulla necessità di cogliere l’essenza profonda della parrocchia: un organismo vivo di vita divino-umana. La parrocchia è la comunità riunita dal Cristo risorto, che vive della sua vita ed ha la missione di trasmetterla: una cosa sola con Lui. E ciascuno di noi è cellula del suo Corpo, che deve rimanere saldamente innestata in Lui, vivere di Lui, compiere la sua specifica funzione in stretta unione e a servizio dell’intero organismo.
Francesco Benvenuto