Buongiorno a tutti. Quando una parola ricorre insistentemente nella Scrittura, dobbiamo drizzare le antenne per ascoltarla con maggiore attenzione. Se poi questa parola ci viene consegnata da Gesù a maggior ragione. Proviamo a scoprirla insieme ascoltando con il cuore aperto il Vangelo che la liturgia della quinta domenica di Pasqua ci propone.
Gesù utilizza spesso nella sua predicazione delle immagini per far capire alle persone che lo cercano chi lui sia. Questo è stato già messo in evidenza domenica scorsa quando abbiamo commentato l’immagine del “buon pastore”. Se vi ricordate, dicevamo che attraverso quella similitudine Gesù non solo diceva qualcosa di lui ma anche delle persone che decidevano di dedicargli la vita. L’immagine della vite e dei tralci, inoltre, rappresenta in modo efficace la qualità del rapporto che Gesù vorrebbe che si instaurasse tra lui e i discepoli. I discepoli, in pratica, devono capire che possono ritenersi tali ad una sola condizione: se rimangono uniti al loro Maestro. Ora, il termine più presente negli otto versetti che stiamo meditando è proprio il verbo RIMANERE. Se provate a contare quante volte compare, troverete otto ricorrenze. Andando poi ancora un po’ avanti nella lettura, potrete scoprire che sino al versetto undicesimo il verbo RIMANERE compare altre tre volte. Undici versetti, undici volte. Non è un caso. Significa che è proprio questo il cuore di tutto il messaggio. Gesù ci vuole far capire che solo RIMANENDO UNITI A LUI, come i tralci sono uniti al tronco della vite, la nostra vita può fiorire e dare frutto.
Prima di essere qualcosa che ci riguarda, bisogna avere presente che “rimanere”, il verbo “rimanere”, appartiene allo stile di Gesù. Le sue relazioni ne sono caratterizzate. Vorrei solo ricordare il passaggio del racconto dei discepoli di Emmaus in cui il Risorto sembra che voglia andare oltre una volta arrivati a destinazione. In realtà, è evidente, che sta aspettando d’essere invitato a cena. Quando, infatti, i discepoli lo invitano la risposta non si fa attendere. L’evangelista Luca la descrive con sei semplici parole: «Egli entrò per RIMANERE con loro». Gesù vuole condividere la vita e il cammino dei suoi discepoli non per uscire subito dopo. Lui vuole RIMANERE con loro. Lo stile di Gesù è quello di chi vuole una relazione stabile con chi desidera stare e camminare con Lui. Voi potreste dirmi, sì, ma dopo che spezza il pane sparisce e i due discepoli di Emmaus rimangono soli. In verità, se ascoltassimo in profondità il Vangelo, ci accorgeremmo che ciò che realizza Gesù è proprio il RIMANERE. È vero, Gesù sparisce fisicamente, ma RIMANE realmente presente, sino alla fine dei giorni, nell’Eucaristia e nella Parola. Qui si capisce il motivo per cui Gesù nel contesto dell’Ultima Cena dice: «Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto». In queste parole il RIMANERE è specificato attraverso due cose. La prima è questa: se i tralci RIMANGONO uniti al tronco della vite la linfa vitale può passare. La linfa vitale è la Parola di Gesù. Nella sua Parola è la vita, perché la sua Parola è nutrimento. Senza questa Parola non solo non possiamo fare nulla ma non possiamo neppure vivere. La seconda cosa riguarda la preghiera di domanda. Dice Gesù che RIMANENDO uniti a lui, non solo la linfa vitale della Parola fluisce nella nostra esistenza nutrendoci, ma possiamo addirittura chiedere quello che vogliamo e lo vedremmo realizzato. Ancora una volta appare chiaro che quello che chiediamo si compie ad una condizione: se, nutriti dalla Parola, la Parola diventa la nostra stessa vita, la nostra carne e il nostro sangue. Non solo. Diventa anche la nostra mentalità al punto da desiderare e volere per noi e per tutti solo una cosa: quello che Gesù vuole! RIMANERE uniti a Gesù è la condizione che rende possibile ai discepoli di esserci, di esistere, di vivere, ma è anche la possibilità di conformare la propria vita a quella di Gesù, di essere sempre più simili a lui, di diventare sempre più Vangeli viventi.
Aiutaci, Signore, a RIMANERE uniti a TE, perché desideriamo che la nostra vita sia sempre più come la tua. Buona domenica di vero cuore a tutti!