Buongiorno a tutti. Il vangelo della seconda domenica di Pasqua, dedicata da san Giovanni Paolo II alla divina misericordia, riportandoci nel cenacolo, nel giorno di Pasqua, ci chiede di contemplare l’incontro del Risorto con i suoi discepoli. Al centro del racconto ci sono i doni che il Risorto a piene mani inizia ad elargire ai presenti e a quanti verrano dopo di loro. Prestiamo ascolto attento alla Parola per scoprirli ed apprezzarli sempre di più. Ascoltiamo con fede.
I discepoli sono rinchiusi nel cenacolo, dice Giovanni, per timore dei Giudei. È probabile che oltre al timore un altro motivo spingesse I DISCEPOLI a sottrarsi allo sguardo della gente: la vergogna. Li possiamo immaginare mentre in cuor loro si dicono: «Ma che razza di amici siamo! Proprio quando aveva più bisogno di noi, l’abbiamo lasciato solo». Non hanno il coraggio di mostrarsi in giro. Con quale faccia lo farebbero. Paura e vergogna, potremmo dire, albergano nel loro cuore nel momento in cui il Risorto irrompe nel cenacolo.
Nel presentarsi, Gesù risorto inizia ad elargire doni, che sono PER i discepoli presenti, ma anche per i discepoli delle generazioni future. Il primo di questi è il dono della PACE. “Pace a voi!” non è un semplice saluto, ma un vero e proprio dono. Che sia un dono lo si comprende dal fatto che Gesù dice “pace” mostrando le ferite nelle mani e nel costato. Associa, in questo modo, la parola “pace” ai segni della cattiveria umana inferta sul suo corpo. Proviamo solo per un attimo a pensare se è “pace” la prima parola che ci attraverserebbe la mente quando qualcuno dovesse farci del male. La pace di Cristo, la pace che il Risorto dona ai suoi il giorno di Pasqua, è una pace diversa da quella del mondo. Non è, per intenderci, la semplice assenza di conflitto, ma il dono che mantiene il cuore in pace anche in mezzo ai tormenti, alle sofferenze, alle incompresioni, ai problemi di relazione che inevitabilmente accadono nella vita di tutti.
Il secondo dono del risorto è la GIOIA. «Nel vedere il Signore, i discepoli – dice Giovanni – provarono gioia». È una gioia umanamente comprensibile che si rinnova ogni qualvolta si riesce a riconoscere Gesù presente nei tanti modi in cui si manifesta nella storia personale e di tutti. Come dice papa Francesco nell’inizio dell’esortazione Evangelii gaudium: «coloro che incontrano Gesù hanno il cuore pieno di gioia».
Una gioia incontenibile al punto che non puoi tenerla per te. Per questo il terzo dono del Risorto è la MISSIONE: «come il Padre ha mandato me così anch’io mando voi». Una missione in cui doniamo agli altri la gioia di aver incontrato Gesù ma anche il dono del PERDONO. Il perdono è il quarto dono del Risorto. Perdono che rigenera la relazione di amicizia con chi aveva rinnegato ed abbandonato il Signore. Perdonati perdoniamo. Solo se riceviamo il dono del perdono possiamo farne dono anche agli altri. Ciò è però possibile solo a condizione che si accolga nel cuore il quinto dono del Risorto: lo SPIRITO SANTO. Gesù, alita sui suoi amici e dona lo Spirito: «Ricevete lo Spirito Santo». Lo Spirito è il dono della vita divina, che ci rigenera, ci rende figli consapevoli della paternità di Dio, e fratelli, di una famiglia numerosa come l’umanità intera.
Nel giorno di Pasqua, i cinque doni del Risorto: PACE, GIOIA, MISSIONE, PERDONO e SPIRITO SANTO, creano il cuore nuovo dei discepoli, il principio di una umanità nuova.
Chiediamo al Signore la grazia dell’apertura degli occhi per riconoscerlo vivo e presente nell’Eucaristia, nella Parola, nell’amore condiviso in famiglia, in comunità, nella carne dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Rinnovo a tutti gli auguri di una buona e santa Pasqua!