Buongiorno a tutti! Parlare della morte e di ciò che ci attende quando si presenterà può essere per alcuni fonte di ansia se non addirittura di paura. Se invece imparassimo, in linea delle Scritture, a pensare l’aldilà come un banchetto di nozze, a chi non piacerebbe parteciparvi? C’è da dire però, ci dice Gesù nella parabola delle dieci vergini, che l’accesso a questo banchetto non è automatico ma in relazione alla vita che si conduce ogni giorno. Ascoltiamo il Vangelo con attenzione e meditiamolo con fede.
La parabola delle dieci vergini paragona il regno dei cieli a dieci ragazze che attendono lo Sposo, nel giorno delle sue nozze, per partecipare con lui al banchetto. Chi sono queste dieci ragazze? Visto il contesto nuziale si potrebbe supporre che siano le damigelle della sposa. Ma della sposa, se si fa attenzione al racconto, non si fa il minimo accenno. Lo sposo poi, quando arriva, si presenta da solo e anche un po’ irritato per il fatto di aver trovato ad aspettarlo la metà delle persone che sarebbero dovute entrare con lui alla festa. Particolari un po’ strani, quelli evidenziati, che non intendono descrivere una reale festa di nozze ma rimandare a quelle che il credente attende di celebrare con il suo Signore nell’eternità. Ritornando alla domanda di prima, sull’identità delle dieci vergini, si comprende allora che esse sono la rappresentazione simbolica dell’intera umanità che attende di entrare nell’eternità.
Curiosamente Gesù descrive l’umanità come fatta per metà da persone sagge e per l’altra metà da persone stolte. Saggezza e stoltezza sono, nell’insegnamento evangelico, qualifiche del modo in cui si vive la relazione con Dio e con il prossimo. Le si comprende rifacendosi ad un’altra parabola, quella delle due case, in cui si dice che è stolto l’uomo che ascolta la Parola senza impegnarsi a viverla mentre e saggio colui che dopo averla ascoltata la incarna attraverso le proprie azioni. Lo stolto, esattamente come il saggio, ascolta la Parola ma stupidamente si ferma lì. È come se Gesù dicesse: «Ma non vi rendete conto di quanto sia insensato accontentarsi di leggere o ascoltare la Parola senza viverla, di riempirsi le orecchie di tante belle spiegazioni della Bibbia, condividendole magari con i propri contatti, senza mai interrogarsi veramente su come fare per tradurla nella vita quotidiana? Siate saggi e non stolti!».
Nell’attesa, le dieci ragazze, sagge o stolte che siano, si addormentano tutte. Il sonno che le accomuna è immagine della morte. Un sonno da cui saremo risvegliati, quando arriverà lo Sposo, per poter prendere parte con lui al banchetto delle nozze eterne. Nel momento del risveglio, a mezzanotte, ovvero nel passaggio al giorno in cui non tramonterà il sole, si mostrerà evidente se all’appuntamento con lo Sposo ci si sia presentati con l’olio necessario per accendere le torce. L’olio necessario è simbolo delle opere di carità, quelle che Gesù elencherà qualche versetto dopo nel racconto del giudizio finale, dove di afferma che ogni cosa che avremo fatto per gli affamati, gli assetati, gli ignudi, i forestieri, gli ammalati, i carcerati, per tutti i fratelli che vivono particolari necessità, l’avremo fatta proprio a Lui. Considerando l’olio in questo modo si può comprendere allora il motivo per cui le sagge dicono alle stolte che non possono condividerlo. L’olio della carità sono le opere che ciascuno ha concretamente vissuto in prima persona. Esse non si possono né delegare né chiedere in prestito. Ognuno, al momento del passaggio da questo all’altro mondo porterà le proprie. Porterà l’amore che avrà concretamente avuto nei confronti di tutti, senza eccezione, compreso chi può avergli fatto volontariamente o involontariamente del male. Il Signore, lo Sposo dell’umanità, ci porterà con sé nella gioia dell’eternità se avremo amato tutti senza riserve, e Lui in tutti.
Signore aprici la mente e il cuore non solo per capire la tua Parola ma per viverla concretamente, scegliendo di amare oggi, le persone che ci hai posto di fronte e accanto nel cammino della vita. Buona domenica di vero cuore a tutti!