Buongiorno a tutti! Nel vangelo di questa domenica risuona una domanda che può esserci utile per fare un esame della nostra coscienza: chi fa concretamente la volontà di Dio? Per dare una risposta, Gesù ci aiuta con un racconto brevissimo, fulminante, in cui i protagonisti hanno dei modi di fare che possiamo con estrema facilità riconoscere anche nostri. Mettiamoci allora in ascolto attento e obbediente della Parola.
Vediamo con attenzione la situazione che Gesù ci presenta nella parabola. Un padre e due figli ne sono i protagonisti. Nel dire due figli, Gesù sta simbolicamente rappresentando l’intera famiglia umana a cui il Padre rivolge l’invito a coltivare la vigna. L’invito, se abbiamo fatto attenzione, non è dato in modo indifferenziato, ma, è rivolto a ciascuno dei figli singolarmente, prima ad uno, poi all’altro. Qui c’è già una buona notizia. Mi riferisco al fatto che Dio, il padre della parabola, non considera l’umanità come una massa indistinta, ma come UNA FAMIGLIA, in cui i figli che la compongono sono amati uno per uno, di amore infinito. Ma cosa significa, concretamente, l’invito che il padre rivolge ai figli di coltivare la vigna? Significa contribuire a far fruttificare l’umanità, a far emergere da essa il bene comune, la vita per tutti.
Sino a qui, abbiamo considerato solo il padre e l’invito da lui rivolto ai figli. La parabola però è tutta concentrata sulla risposta dei figli al padre. Il primo dice «Non ne ho voglia» e poi, di fatto, va a lavorare nella vigna, il secondo risponde «Vado a lavorare nella vigna», ma concretamente si dedica ad altro. «Chi fa la volontà del Padre?», chiede Gesù. La risposta è immediata, chi, pur con tutte le sue resistenze e difficoltà ad accogliere quanto il padre chiede, poi si impegna a farlo. Il messaggio è chiaro. La volontà del Padre non è qualcosa che si può limitare a gesti esteriori, ad appartenenze formali, a parole vuote, ma deve vedere impegnato, chi l’accoglie, a realizzarla nella storia propria e di tutti. Gesù, lo dice in un’altra parte del Vangelo: «Non chi dice “Signore, Signore” entrerà a far parte del regno, ma chi fa la volontà del Padre dei cieli». Non possiamo essere cristiani solo di nome, ma dobbiamo vincere le nostre pigrizie, indolenze, egoismi, se vogliamo essere cristiani di fatto.
Ma c’è anche qualcos’altro. Continuando Gesù dice, per farci capire meglio l’insegnamento della parabola, che i pubblicani e le prostitute che hanno accolto l’invito del Battista alla conversione ci passeranno davanti nel regno dei cieli. Cosa significa, cosa voleva dire? I pubblicani e le prostitute al tempo di Gesù erano considerati dei figli esclusi, rifiutati, cancellati, NON PIÙ APPARTENENTI AL POPOLO DI DIO. Il Battista aveva risvegliato in loro la coscienza d’essere figli e figli amati, di poter ancora appartenere alla famiglia dei figli di Dio, perché Dio è un padre misericordioso che non si dimentica di nessuno dei suoi figli, anche se i figli si dimenticassero di lui. Avere questa consapevolezza d’essere figli di Dio amati senza condizioni, metteva nel cuore delle prostitute e dei pubblicani perdonati, il desiderio di una risposta d’amore, di un’impegno a vivere concretamente la misericordia nei confronti di tutti. Chi, al contrario, come i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, a cui Gesù si sta rivolgendo, aveva intrattenuto un rapporto con Dio fatto solo di tradizioni religiose esteriori, di gesti e parole liturgiche pronunciate più per abitudine che col cuore, sperimenta la difficoltà di percepirne in pieno la sua paternità, il suo progetto d’amore per ogni uomo. I figli bravi, nel nostro giudizio, sono solitamente quelli che dicono sempre “sì”, ma saranno veramente bravi, sembra dirci Gesù, se a quel “sì” fanno seguire anche un impegno concreto d’amore per Dio e per ogni uomo.
Aiutaci, Signore, a dire “sì”, “amen”, con la consapevolezza di chi NON vuole solo dire parole, di chi NON vuole essere solo un cristiano di nome, ma essere, al contrario, un cristiano che concretamente si impegna nella vigna seminando il Vangelo, testimoniando l’amore. Buona domenica di vero cuore a tutti!