Buongiorno a tutti! Nel Vangelo della ventunesima domenica del Tempo Ordinario Gesù pone ai suoi discepoli delle domande per aiutarli a comprendere la qualità del rapporto che hanno stabilito con lui. Sentiamole come rivolte a noi personalmente, come se il Signore ci stesse invitando ad una verifica del nostro percorso di discepolato. Ascoltiamo.
A Cesarea di Filippo, dopo anni di cammino condiviso con i suoi discepoli, Gesù è curioso di sapere che cosa essi abbiano capito di lui, del mistero della sua persona. Inizia ad interrogarli chiedendo loro che cosa la gente pensi di lui. Le risposte che danno al Maestro rivelano quanto di fatto siano preparati sull’argomento. Nei diversi momenti della loro itineranza, hanno certamente avuto modo di raccogliere le opinioni delle persone, che risultano abbastanza concordi nel ritenere che Gesù sia un profeta potente in parole ed opere, come lo erano stati nel passato Elia o Giovanni il Battista. Anzi, qualcuno, arrivava persino ad affermare che Gesù non è altri che Elia e Giovanni ritornati in vita. Gesù però non è particolarmente interessato ai sondaggi di opinione. Parte da lontano, da quello che dicono le persone che lo incontrano lungo le strade della Palestina, per aiutare i suoi a verificare se sia differente quanto hanno maturato nel LORO cuore al suo riguardo. Non può essere, infatti, che abbiano la stessa risposta le persone che camminano con Lui tutti i giorni condividendo ogni cosa e le persone che lo incontrano occasionalmente. Per questo, incalza, con un seconda domanda: «Voi, che camminate con me, che dichiarate di essere miei discepoli, che pregate con me, che ascoltate la Parola, chi dite che io sia? A che punto è il vostro cammino di conoscenza del mistero della mia persona?». Se prima le risposte fioccavano numerose ora è solo uno, Simon Pietro, a dire, a nome di tutti, quello che pensa di Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù loda l’apostolo. La risposta è giusta. Dio gliel’ha messa nel cuore. Grazie a questa risposta Pietro si guadagna anche la fiducia del Cristo che gli affida, proprio in questo momento, la missione di sostenere e guidare la Chiesa in sua vece. Lo nomina primo papa della storia della Chiesa. Tuttavia, dal continuo della storia, sappiamo che Simon Pietro, sebbene avesse risposto giusto, in verità non aveva ancora capito bene chi fosse veramente il Cristo.
Nell’insieme del racconto evangelico, di gran lunga PIÙ IMPORTANTI delle risposte più o meno illuminate ed intelligenti che i discepoli sono capaci di dare a Gesù sono LE DOMANDE STESSE che Gesù pone loro. Gesù è un mistero che non si finirà mai di conoscere. Non sono bastati duemila anni di storia per arrivare a dire, senza apparire presuntuosi: «Di te sappiamo tutto Gesù!». Anche noi, se siamo sinceri con noi stessi, non dovremmo avere alcuna pretesa di farci bastare le poche cose che abbiamo imparato su di Lui e sul suo Vangelo nel corso della nostra esperienza discepolare. Per questo dovremmo rivolgere a noi stessi le domande di Cesarea di Filippo per verificare nel profondo e personalmente: «Chi sei per me Gesù? Che posto occupi nella mia esistenza, nella mia storia personale?». Sono domande che non dovremmo mai stancarci di porci nelle diverse stagioni della vita.
Signore, aiutaci a riascoltarle dentro di noi, nel silenzio della preghiera e a rispondere SENZA FRETTA e, soprattutto, nella VERITÀ. Buona domenica di vero cuore a tutti!