Buongiorno a tutti! La sedicesima domenica del tempo ordinario ci regala l’ascolto di un’altra famosissima parabola di Gesù: la parabola del grano e della zizzania. Non dobbiamo fare grandi giri per comprenderne il significato dal momento che è Gesù stesso ad esplicitarlo. Mi limiterò pertanto a fare alcune considerazioni su di essa che possano aiutarci nel cammino della vita. Ascoltiamo con fede.
Dicendo che la zizzania corrisponde ai “figli del Maligno”, Gesù ci sta mettendo di fronte ciò che il Maligno genera nel cuore degli uomini. C’è sempre e solo il Maligno, potremmo dire, all’origine delle divisioni, degli egoismi, delle esclusioni, dell’indifferenza, della maldicenza, ma anche della violenza e delle guerre di tutti i tipi. Questo è già un motivo di riflessione importante, che dovrebbe portarci a comprendere che il BENE si incontra e riconosce in tutto CIÒ CHE CI UNISCE e il male in tutto CIÒ CHE CI DIVIDE. Un cosa è certa: i figli della luce, generati dalla Parola, desiderosi di realizzare il bene, quando fanno spazio, a volte senza neanche accorgersene, alle opere del Maligno stanno venendo meno all’impegno di edificare il regno di Dio. Forse qualcuno potrebbe obiettare sul fatto che si possa fare spazio alle opere del Maligno senza accorgersene. È mai possibile, che il Male si presenti nel campo della nostra vita senza che ce ne accorgiamo? È significativo di questo il fatto che Gesù rappresenti il Male con la zizzania. Non so se voi avete mai visto la zizzania in fotografia. Si tratta di una graminacea che produce spighe del tutto simili a quelle del grano. A causa di questa somiglianza NON ci si accorge subito della sua presenza in un campo. Si prende coscienza del fatto che c’è, solo man mano che si sviluppa. Nella parabola, se avete fatto caso, è proprio così: i figli della luce si accorgono della sua presenza solo dopo che ha messo radici ed è spuntata con la spiga e i suoi frutti; non prima e neanche durante. La zizzania, nota sin dai tempi antichi per l’alto potere intossicante, oggi viene chiamata dai botanici lolium temulentum. Sapete cosa significa l’aggettivo “temulentum”? Vuol dire “ubriacante”. Chi ingerisce la zizzania avverte forti emicranie, vertigini, vomito ed oscuramento della vista. Tutti questi effetti sono dovuti alla presenza di un fungo che invade la pianta durante il suo sviluppo. Ora, è interessante, e mi colpisce sempre, che Gesù parta dalla conoscenza della zizzania e dei suoi effetti per farci capire che il male è qualcosa che facciamo fatica, talvolta, a riconoscere perché si presenta sotto la forma di cose buone. Di quelle stesse cose che nutrono la vita. Ci rendiamo conto però che a differenza delle cose buone la zizzania ci intossica, ci impedisce di vedere bene, e di conseguenza di scegliere IL BENE. C’è una frase che rivela questa tendenza ad introdurre il male poco alla volta nella nostra vita e che penso sia capitato di dire a tutti almeno una volta. La frase è: «che male c’è?». Dicono i maestri della vita spirituale, che una piccola trasgressione ripetuta, diventa il principio di una grande trasgressione. Se si sale su un autobus tante volte senza pagare il biglietto, giustificandosi ogni volta con la frase: «che male c’è, tanto lo fanno tutti?», pian piano si impedisce alla propria coscienza di vedere CHE quello che si sta facendo è ingiusto ed è male. Capite perché Gesù parla della zizzania? Il Male che si presenta ordinariamente nella nostra vita, nel momento in cui si fa fatica a distinguerlo dal bene, esattamente come la spiga di grano si distingue con difficoltà da quella della zizzania, è più pericoloso di quello che fa chiasso ed è immediatamente riconoscibile. Come ci si deve rapportare allora con la zizzania, come ci si deve comportare con il male che facciamo fatica a riconoscere? Gesù ci dice che dobbiamo imparare a riconoscerlo dagli effetti di divisione che genera; e se c’è una cosa che possiamo e dobbiamo fare per superarlo è quella di preoccuparci del bene coltivato e da coltivare, di custodire il bene, di seminare cioè pace, accoglienza, comprensione, benevolenza, comunione, fraternità con tutti, laddove conduciamo la nostra esistenza.
Signore, venga il tuo regno! Dacci ogni giorno la forza di seminare nel campo della vita il tuo Vangelo perché produca in noi i frutti di comunione, di giustizia, di pace che tu attendi. Buona domenica di vero cuore a tutti!