Meditazione XII del Tempo Ordinario – 25 giugno 2023

Buongiorno a tutti! Essere discepoli di Gesù oggi, in una società sempre più distaccata dalla fede, è una vera e propria sfida. Il Vangelo della XII domenica del Tempo Ordinario parla proprio di questo. Ascoltiamolo con attenzione.

Dice papa Francesco nell’esortazione Evangelii Gaudium che: «ogni cristiano è MISSIONARIO nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù» (n. 120). Questo è il necessario punto di partenza per comprendere l’esortazione del Maestro a non temere i rischi che possono presentarsi quando ci si impegna seriamente nella testimonianza del Vangelo. Dice Gesù, nei pochi versetti che stiamo meditando, per ben tre volte: «Non abbiate paura!». Ma paura di che cosa? Se andiamo a leggere qualche versetto prima, sentiremo Gesù parlare di persecuzioni, di tradimenti da parte di familiari e amici, di processi. Il Maestro sta anticipando ai suoi discepoli l’esito tragico della sua vita ma, nello stesso tempo, sta anche profetizzando quanto accadrà loro sin dal primo momento in cui si impegneranno nell’annuncio del Vangelo. Gesù non l’aveva nascosto: «vi mando come agnelli in mezzo ai lupi», ma anche, con molta franchezza: «hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Ecco, il discepolo deve mettere in conto che la sua testimonianza può essere non capita, e addirittura rifiutata malamente. Non vorrei scendere troppo nei particolari, perché è piuttosto evidente e diffusa in una società che tende a dimenticare Gesù e il suo Vangelo la difficoltà a vivere serenamente da cristiani in famiglia, nel posto di lavoro, nel vicinato. Il fatto di non poter condividere ovunque e con chiunque la propria fede, nella migliore delle ipotesi può scoraggiare, deludere, mettere in animo un sentimento profondo di tristezza, mentre, nella peggiore delle ipotesi, soprattutto quando ci sono in gioco interessi vitali per se stessi e per le persone care, si può arrivare anche a silenziare la fede, a rinunciare ad essere testimoni del Vangelo sino in fondo. Un cristiano deve essere, come dice Gesù, un’amante della giustizia e della verità, disposto a gridarle sopra i tetti e a morire purché non vengano calpestate. Eppure, a quante ingiustizie e falsità ci capita di assistere e quanto silenzio facciamo di fronte ad esse. E non perché non abbiamo coraggio. Se, infatti, quelle falsità e ingiustizie toccassero personalmente a noi o alle persone a noi care, non credo che resteremmo ugualmente inerti e zitti. Paura di che cosa allora? Paura di non esporci per una causa che non sentiamo nostra. Questo non significa, è bene precisarlo, che dobbiamo erigere le barricate e avviarci con la lancia in resta a combattere i nemici della Chiesa, ma assumerci la responsabilità di non far mancare nel dialogo pubblico, il punto di vista sereno, riflessivo, meditato di chi vorrebbe veder fiorire nella società i semi del Vangelo. Ma come si può superare la paura del rifiuto della nostra testimonianza, o meglio, come si può maturare il coraggio della testimonianza? Per rispondere, riprendo le parole del Papa: «ogni cristiano è MISSIONARIO nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù». Non si può condurre con coraggio una missione nel nome di qualcuno che non si è incontrato veramente o che si conosce a malapena; non si può essere testimoni di un amore che non si è mai sperimentato. Gesù ci invita a constatare che Dio ama senza riserve tutti e tutto. Se dal suo amore provvidente non sono esclusi i passeri, che valgono pochissimo nella considerazione degli uomini, come può non prendersi cura degli uomini e di ogni cosa che li riguardi? Scoprire l’amore provvidente di Dio, scoprire che noi siamo ed esistiamo grazie a Lui e che nulla di ciò che siamo e che abbiamo, come dice sant’Agostino, possiamo dire di essercelo dati da soli, non solo ci deve riempire il cuore di gratitudine, ma anche di una grande responsabilità. La missione, in fondo, è la risposta all’amore di Dio che i discepoli hanno incontrato, sperimentato nella propria vita.

Signore, desideriamo incontrarti, conoscerti, sperimentare il tuo amore, per testimoniarti con coraggio con tutti e in tutti i momenti. Buona domenica di vero cuore a tutti!