Buongiorno a tutti! La prima domenica di Quaresima, ogni anno, ci invita a seguire Gesù nel deserto per contemplare il momento in cui, dopo quaranta giorni di digiuno, viene tentato da Satana. La versione dell’evangelista Matteo, simile a quella di Luca, ma molto diversa da quella di Marco nell’estensione e nei dettagli del racconto, è per noi l’occasione per riflettere sulla nostra vita, sul nostro discepolato e, soprattutto, sull’impegno alla conversione, a rendere cioè vita e discepolato sempre più conformi alla volontà di Dio. Con fede e umiltà disponiamoci ad accogliere la Parola.
Non è casuale che Matteo, Marco e Luca abbiano legato le Tentazioni al Battesimo di Gesù. In entrambi gli episodi, oltre ad essere sottolineata la presenza dello Spirito c’è un riferimento preciso alla figliolanza divina. Nell’episodio del Battesimo essa è rivelata dalla voce del Padre che dichiara: «Questi è mio figlio», mentre nelle Tentazioni la ritroviamo nelle parole con cui Satana le introduce: «Se tu sei figlio di Dio…». Tali parole suonano come se Satana dicesse a Gesù: «Se sei veramente figlio di Dio, mostraci quanto tu sia disposto ad esserlo sino in fondo». Il contenuto delle Tentazioni, se consideriamo quanto ho appena detto, riguarda non solo Gesù ma tutti gli uomini e le donne che, in tutti i luoghi e in tutti i tempi, sono diventati figli e figlie di Dio in forza del Battesimo. Ma qual è il contenuto delle Tentazioni? Il contenuto sta nel fatto che “essere figli” non equivale a “vivere da figli”. Per il semplice motivo che si può essere figli senza voler aver niente a che fare con coloro che ti hanno generato e messo nel mondo. Tale tentazione si può sintetizzare nell’affermazione latina vivere etsi Deus non daretur, che si traduce “vivere come se Dio non esistesse”. Papa Benedetto XVI ripeteva continuamente nei suoi discorsi che questo è, di fatto, l’atteggiamento che purtroppo caratterizza l’umanità occidentale da quattro secoli a questa parte. È vero che l’uomo, sin delle origini, come ci insegna il racconto di Adamo ed Eva, è sempre stato tentato di vivere mettendo da parte Dio e la sua volontà, ma nel nostro tempo questa tentazione si è fatta più forte al punto da condizionare la vita di tante famiglie, di tante persone, che sono continuamente tentate di vivere come se Dio non ci fosse.
Gesù è il Figlio di Dio che, al contrario di quanto vorrebbe il diavolo, vuole con tutto se stesso compiere la volontà del Padre sino alla fine, e aiutarci, nello stesso tempo, a fare altrettanto. Le sue risposte a Satana ci mostrano quali sono le vie da seguire per non piegarci ad adorarlo. La prima consiste nell’impegno quotidiano a farci nutrire dalla Parola. «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (8, 3): è una citazione del Deuteronomio, che dovremmo spesso ripeterci per ricordarci che senza il nutrimento della PAROLA rischiamo di non avere le forze adeguate a comprendere e reggere ciò che ci accade e, in particolare, le esperienze della vita più faticose e difficili da accogliere. La seconda via è la FEDE nella presenza del Signore. Gesù la presenta nella risposta in cui ancora una volta cita parole del Deuteronomio – «Non metterai alla prova il tuo Dio» (6, 16) – per chiederci di credere che Dio c’è, ed è con noi sempre, anche se a volte ci sembra che non ci sia solo perché vediamo che non realizza quello che con insistenza gli chiediamo nelle preghiere. Dio c’è, ed è con noi, non per toglierci la croce, ma per aiutarci a camminare con lui abbracciandola con fede, sino alla fine. SOLO DIO, questa è la terza via, siamo chiamati ad adorare. Solo lui. Perché se non c’è lui al centro e al primo posto della nostra esistenza vuol dire che al centro e al primo posto c’è qualcun altro o qualcos’altro.
Signore, rendici forti, perché vogliamo essere figli che vivono da figli, come Gesù, sino alla fine. Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Amen.